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Otto e Mezzo, Andrea Scanzi sull'ingresso della Lega nel governo Draghi: "Vuole mettere le mani sui soldi Ue"

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Per Andrea Scanzi tutti, Mario Draghi compreso, sperano che la Lega si sfili dal nuovo governo. Ospite a Otto e Mezzo nella puntata dell'8 febbraio, la firma del Fatto replica a Lilli Gruber. "Tutti, dal Pd al Movimento 5 Stelle, si augurano che Matteo Salvini non entri in maggioranza. Sarebbe più facile anche in Europa. La svolta - prosegue - è stata fatta da qualcuno che di politica ne capisce molto più di lui". E ancora: "Salvini vuole mettere legittimamente le mani sui tanti soldi europei". Scanzi, in collegamento con La7, porta come esempio alcune parole di Ursula von der Leyen, aggiungendo che anche il presidente della Commissione europea vorrebbe il Carroccio fuori.

 

 

Quello di Draghi si preannuncia un governo di larghissime intese. Al tempo stesso molto difficile. Non a caso l'unica a chiamarsi fuori perché da sempre a favore delle elezioni subito è Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. A differenza dei suoi alleati del centrodestra, Silvio Berlusconi e Salvini appunto. Ma se il numero uno di Forza Italia ha sempre ammesso il suo sostegno a favore di un esecutivo istituzionale in grado di traghettare il Paese fuori dall'emergenza, lo stesso non si può dire del leader del Carroccio. Salvini ha cambiato idea in corsa seminando il panico tra i partiti della maggioranza precedente. Uno a caso? Il Partito democratico. Nicola Zingaretti è stato preso alla sprovvista. 

 

 

Lo stesso dem, in una puntata di Otto e Mezzo, aveva tentato di arrampicarsi invano sugli specchi alla domanda della conduttrice. "Ma lei ci sta a governare con la Lega?", chiedeva la Gruber mentre il segretario del Pd non sapeva che pesci prendere. Non va meglio al Movimento 5 Stelle. I grillini, da sempre contro i banchieri, finiscono per governare con l'ex presidente della Banca centrale europea. Di più, con il nemico per eccellenza Berlusconi. Questo almeno se su Rousseau alla domanda di un ipotetico governo Draghi dovesse vincere il sì.

 

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