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Le Iene, il giudice anti-Salvini beccato al ristorante chiuso: "stato di necessità", la toga che infrange le regole

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Nunzio Sarpietro, il giudice catanese che si occupa del caso Gregoretti, è stato beccato da Filippo Roma delle Iene in un rinomato ristorante romano mentre pranzava con la figlia e il genero. Nulla di male, se non fosse che ciò è avvenuto il 28 gennaio scorso, quando il Lazio era ancora zona arancione e quindi i ristoranti per legge erano chiusi al pubblico. Ma per il gup è stata fatta un’eccezione, che lui ha provato a giustificare in maniera piuttosto ridicola: “Si può dire che mi trovassi in uno stato di necessità…”. 

 

 

“Avrei dovuto cercare un trancio di pizza in piazza Colonna, ammesso che i bar fossero aperti”, ha aggiunto per poi spiegare che “l’albergo dove alloggiavamo io, la mia assistente e il carabiniere di scorta ci aveva praticamente cacciati fuori per la santificazione Covid. Avevamo dovuto lasciare i bagagli per un furgone e per andare in bagno ho dovuto chiedere a Palazzo Chigi”. All’uscita della sede del governo, dove aveva raccolto la testimonianza di Giuseppe Conte nel processo che vede imputato l’ex ministro Salvini per il ritardato sbarco dei migranti trasportati dalla nave Gregoretti, Sarpietro è stato seguito dalle Iene, che lo hanno sorpreso in uno dei ristoranti di pesce più rinomati di Roma

 

 

Alla faccia dello “stato di necessità”, il giudice catanese non si è mica accontentato di un pranzo alla buona: “Trovo incredibile che il giornalismo italiano si sia ridotto a seguire un giudice al ristorante - ha obiettato al Corsera - detto questo, venivo a Roma da tanto tempo e ne approfittavo per salutare mia figlia. Non pensavo di suscitare questo clamore. È stata lei con mio genero a prenotare in questo ristorante amico, non certo io a chiedere un favore come giudice”. 

 

 

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