Pietro Senaldi a L'aria che tira: "Coi fucili e senza paura del rinculo". Sveglia, Draghi (e occhio alla Merkel)

mercoledì 17 marzo 2021
Pietro Senaldi

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Si parla del ritiro del vaccino AstraZeneca a L'aria che tira, su La7 dopo che la Germania ha stoppato il siero anglo-svedese costringendo così tutti gli altri Paesi europei dall'Italia, alla Francia alla Spagna a prendere la stessa decisione. L'alt ad Astrazeneca però comporta una serie di effetti collaterali molto pesanti. Pietro Senaldi, ospite in studio, non usa mezzi termini: "La decisione non è stata medica ma politica, andava evitato il gesto eclatante, perché così abbiamo terrorizzato una popolazione per prevenire", commenta il direttore di Libero.

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"Se il ministro Roberto Speranza si vaccinasse", continua Senaldi, "sarebbe un messaggio importante". Ma c'è un problema, "chi non vuole vaccinarsi può pensare che il ministro finga e si inietti acqua minerale". Insomma, "i politici hanno sabotato la scienza per debolezza. Come Angela Merkel. Lei è nel caos", sottolinea il direttore. Che conclude: "Si parla di guerra, la guerra si vince con i fucili, il vaccino è il fucile. Se noi non spariamo per paura del rinculo non vinciamo la guerra, non ci slogheremo una spalla ma prenderemo una pallottola in fronte".

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Per quanto riguarda la partita delle prossime elezioni amministrative, Pietro Senaldi ha un brutto sospetto: "Non vorrei che il centrodestra avesse paura di vincere", dice il direttore di Libero. "Ci saranno tre persone decorose nel centrodestra italiano? Bene", chiosa Senaldi, "allora mettetele nelle tre città più importanti, una a Milano, una a Roma e una a Napoli. Tanto al governo c'è Draghi". Insomma, bisogna decidersi e farlo presto.

Ed è passato un mese esatto dalla nascita del governo Draghi. "Mario Draghi ha fatto delle scelte molto molto importanti, ha cambiato tutti gli uomini, deve imparare a farsi meno condizionare dalla politica, tanto non ha bisogno del consenso elettorale, sottolinea Senaldi". E conclude con una battuta il direttore di Libero: "Draghi parla italiano e Luigi Di Maio è migliorato molto sull'inglese, abbiamo saputo a cosa serve andare in Parlamento, a imparare l'inglese".

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