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Marco Travaglio, la prima pagina del Fatto quotidiano. "Comanda la Lega", la foto di Giorgetti che umilia Speranza

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Si arrende Roberto Speranza e si arrende anche Marco Travaglio. La prima pagina del Fatto quotidiano sulle riaperture decise a partire dal 26 aprile trasuda amarezza politica: "Salvini detta legge", è il titolo emblematico. E ancora, sfogliando il quotidiano, "comanda la Lega". Gli appelli preoccupati di Massimo Galli, "Rischio calcolato male, disastro" sembrano ormai rumori di sottofondo, perché il premier Mario Draghi è chiaro: prudenza e rispetto delle regole, ma ora non possono più decidere i virologi né tantomeno gli esperti del Cts.

 

 

 

 

 

Serviva una mossa politica per ridare fiato a un Paese schiantato da un anno e passa di lockdown, chiusure a singhiozzo e terrore da bollettino avallato dal ministro della Salute. Il governo Draghi non è più il Conte-bis, anche se resta l'approccio prudente all'epidemia. Semplicemente, perché dentro il governo ci sono Lega e Forza Italia, e le istanze del ceto produttivo, ristoratori, negoziani, partite Iva vengono finalmente rappresentate e ascoltate a Palazzo Chigi, a differenza di prima. E anche Travaglio e il Fatto, i più grandi difensori della linea-Conte anche a costo di cadere nel ridicolo, sembrano ora averne preso atto.

 

 

 

 

Il fotomontaggio che troneggia in prima pagina sembra esemplificare questo trapasso storico: Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo leghista e numero due di Matteo Salvini, che atterra il ministro Speranza in un match di lotta greco-romana. E stando ai retroscena incrociati, sarebbe stato proprio Giorgetti durante la cabina di regia il più agguerrito nel piegare le resistenze del ministro, anche a muso duro e con argomenti molto ficcanti di fronte ai quali il premier Draghi (a cui il leghista è considerato molto vicino, da tempi non sospetti e ben prima dell'approdo a Palazzo Chigi) non avrebbe potuto non acconsentire alla svolta.

 

 

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