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Bruno Vespa, il precario equilibrio nel governo Draghi: quando ci sarà la resa dei conti tra Salvini e Speranza

 Bruno Vespa

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Mario Draghi non è un "incosciente" bensì "ha capito meglio di altri che il Paese è stremato, che il miglior ristoro è il lavoro e che non sarebbero bastati nemmeno i fantastamiliardi approvati finora per tamponare ferite ormai emorragiche". Per questo, sostiene Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno, ha riaperto "l'attività in orario diurno di bar e ristoranti" e ha dato "il via libera a cinema, teatri e musei dal 26 aprile".

 

 

 

 

"Draghi ha detto che apre per non richiudere più", continua Vespa, e questo implica una maggiore responsabilità da parte di tutti perché "non è finita. La guerra continua e solo combattendola insieme si può vincere".

 

 

 

 

 

In questo scenario, osserva ancora il direttore di Porta a porta, "è fatale che la Lega e anche Forza Italia si intestino la campagna aperturista. Per questo, probabilmente, Draghi ha voluto mettere sull'altro piatto della bilancia un aperto sostegno a Roberto Speranza, blindandone la presenza nel governo".

 

 

 

 

 

Del resto "la posizione ideologica di Speranza è opposta a quella del centrodestra" ma "in un governo di coalizione, se ciascuno può portare legittimamente avanti le proprie richieste, non deve esserci spazio per 'dispetti' reciproci, come ha detto Draghi", ragiona Vespa. "Perciò né Lega né Forza Italia potranno votare la sfiducia a Speranza chiesta da Fratelli d'Italia. Un giorno si voterà per le elezioni generali. E solo allora si faranno i conti". 

 

 

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