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Massimo Galli contro Matteo Bassetti: "Stufo di quella gente lì, dice soltanto corbellerie"

Bassetti e Galli

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Massimo Galli e Matteo Bassetti, entrambi infettivologi, il primo al Sacco di Milano, il secondo al San Martino di Genova, hanno idee opposte su come gestire la pandemia. E ormai i duelli tra i due sono all'ordine del giorno, "Non me ne faccia parlare, non vorrei perdere più tempo. Ne ho piene le scuffie di far polemica con quella gente lì", dice in una intervista a Il Corriere della Sera: "Cosa devo dire, che io ho ragione e altri dicono corbellerie solenni? Diciamo che alcuni hanno avuto una notevole capacità di contraddirsi, altri praticamente mai. Io non ero nella compagine ristretta ma chiassosa di chi, l'estate scorsa, diceva che il virus era clinicamente morto. Né in quelli dell'immunità di gregge".

 

 

Ammette però Galli di essersi sbagliato una volta: "E mi è rimasto sul gozzo. Ricordo che mi facevo la barba e mi sono detto: come faccio a dire ai politici, dopo due turisti malati di Covid, di chiudere tutto, quando per la Sars 1 abbiamo avuto solo quattro casi?". E un'altra volta è stato smentito dal suo stesso ospedale: "Dissi che eravamo invasi dalla variante inglese, loro negarono perché avevano dati non aggiornati. È stato molto disturbante essere smentito, ma oggi l'86 % degli isolamenti è per la variante inglese".

 

 

Anche sulle varianti Galli e Bassetti hanno idee opposte. "La variante inglese pesta giù duro. A differenza di quanto pensavamo, il tasso di mortalità è superiore". Per questo a Stefano Bonaccini ha detto che hanno barattato "centinaia di morti" con le riaperture. "Me l'ha tirato fuori lui. Mi ha detto che ero nervoso: argomento usato da politicanti non di livello per sminuire dialetticamente gli altri". Bene invece il ministro Roberto Speranza: "Sì, ho dato più volte l'endorsement alla sua serietà. Peccato che, come il Calvino del Visconte dimezzato, anche a lui hanno dimezzato il potere".

 

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