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Giorgia Meloni, l'affetto per Giovanni Paolo II e le critiche velate a Papa Francesco

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"Io sono Giorgia" è il nuovo libro di Giorgia Meloni. C'è uno spazio dedicato al rapporto con la religione e soprattuto con quello che definisce il "suo Papa", ovvero Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla. Un Papa che, secondo la Meloni, ha segnato un'epoca. La Meloni racconta il privilegio che ha avuto da consigliera provinciale nel conoscerlo personalmente, e di aver visto con i proprio occhi, anno dopo anno, come la malattia abbia attaccato il fisico di Giovanni Paolo II, senza fiaccarne la forza spirituale, il carisma e la dignità. 

 

 

 

 

 

 

 

"È stato un grandissimo uomo, un santo, ad avvicinarmi con semplicità, e con il suo potentissimo esempio, a Dio: Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyła. Il più grande pontefice dell’era moderna e il più grande statista di tutto il Novecento. Ma anche di più. Si dice che sia impossibile comprendere il valore di qualcosa che abbiamo fin quando non lo perdiamo. Papa Giovanni Paolo II fu eletto nel 1978, un anno dopo la mia nascita. Quando morì, nel 2005, io avevo ventotto anni. E in quei quasi trent’anni di vita lui era stato lì. Fu come se mancasse di nuovo mio nonno, perché lui, semplicemente, c’era sempre stato", ricorda la Meloni.

 

 

 

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"Io ho seguito ogni pontefice, ma non con lo stesso trasporto. Sarà anche l’età, e la consapevolezza che si porta dietro, ma benché sia cattolica e non mi sia mai permessa di criticare un pontefice, ammetto che non sempre ho compreso papa Francesco. A volte mi sono sentita una pecorella smarrita, e spero un giorno di avere il privilegio di poter parlare con lui, perché sono certa che i suoi occhi grandi e le sue parole dirette riusciranno a dare un senso a quello che non comprendo", spiega infine la Meloni.

 

 

 

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