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Achille Costacurta pestato dalla polizia per averli chiamati "sbirrozzi"? Ecco il verbale, cosa proprio non torna

Chiara Pellegrini
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Achille Costacurta è un ragazzino di 16 anni che ieri ha denunciato sul suo profilo Instagram la polizia «che la gente elode tanto», sorvoliamo sulla grammatica, perché, spiega: «Mi hanno picchiato e per precisare mi hanno perforato il timpano e mi devo operare solo per averli chiamati sbirrazzi». Achille è figlio di Billy, ex difensore del Milan e di Martina Colombari ex miss Italia, conduttrice e attrice. Nei fotogrammi della stories pubblicata si vedono una t-shirt sporca di sangue, un verbale della polizia e un braccialetto di carta con il contrassegno per l'accettazione al pronto soccorso dell'ospedale parmense. Altre riprese: la stanza del nosocomio, il bagno dove Achille mostra lividi tra le braccia e il racconto di quanto sarebbe accaduto. Stando alla versione di Costacurta Jr, come si autodefinisce sui social, i poliziotti lo avrebbero picchiato perché avrebbe violato le norme relative al coprifuoco. I gendarmi in questione avrebbero utilizzato le maniere forti come afferma lo stesso Achille: «Non sto molto bene e mi dovrò operare, ringrazio Giovanni e i suoi 4-5 colleghi che lo hanno aiutato a picchiare un minorenne che non opponeva alcun tipo di resistenza», scrive taggando la pagina ufficiale della Polizia e rincara la dose: «Un bel 100k ce lo facciamo dare questa volta. Basta abuso di potere». La versione dei fatti però secondo indiscrezioni è completamente diversa: la polizia sarebbe intervenuta su richiesta di chi ospitava il ragazzo a Parma.

 

 

CHI È ACHILLE?
Ma chi è Achille Costacurta? Achille nasce a Milano nel 2004 con parto cesareo, peso stimato 3 chilogrammi. Qualche anno fa a Domenica Live, trasmissione condotta da Barbara D'Urso, mamma Martina ha raccontato con qualche imbarazzo di come ha scoperto di essere incinta: «Beh, posso dirlo visto che siamo tutti grandi. Billy un giorno mi guarda e mi dice: "Marti, credo di essere arrivato un po' lungo". Così è arrivato Achille. Billy era in sala operatoria, ha tagliato lui il cordone. Appena nato, mi ha detto che il bambino era brutto. Ancora adesso glielo dice». La confessione tra risate e commozione lascia il passo al racconto su chi è Achille oggi, o meglio chi era 4 anni fa «Achille è tremendo, mi fa impazzire... ma cosa saremmo noi mamme senza i nostri figli?».

Nel 2012 al magazine Bimbi, sani e belli, l'ex miss Italia aveva descritto la personalità di Achille come «estroversa, solare, cocciutissima, insofferente alle regole, generosa». Achille non è proprio il figlio che ti aspetti o almeno non è quel figlio facile che vorrebbe ogni genitore. Costa jr, 37,8mila di follower su Instagram, è decisamente un hypebeast, un collezionatore di marchi di lusso per essere popolare, come raccontano gli scaffali della sua cameretta pieni di scarpe da far concorrenza alla cabina armadio di Fedez. E un profilo infarcito di brand da Balenciaga a Supreme. Le stories di Achille su Instagram non sono solo bistecche spolverate al tartufo, hotel di lusso e partitelle a padel con papà Billy. Achille è un duro non fosse solo per le foto di mazze di legno, non certo da baseball, che pubblica. I diari social del giovane Costacurta lo ritraggono infatti in luoghi tutt' altro che ameni, che Achille ha frequenta già dalla scorsa estate.

 

 

LA TERAPIA FAMILIARE
Non è decisamente un fan delle forze dell'ordine. Anche quando è in macchina con papà scrive: "Acab", acronimo di "all cops are bastards", ovvero tutti i poliziotti sono bastardi. L'ex miss Italia lo scorso inverno ha raccontato di essersi decisa a rivolgersi ad una psicologa che si occupa di genitorialità per riassestare gli umori di casa, stravolti, a suo dire, dalla didattica a distanza e dai lunghi lockdown. «Noi ci siamo fatti aiutare. Chiedere un aiuto esterno da un esperto o uno psicologo, nei momenti di difficoltà, non è qualcosa di cui ci si debba vergognare. Anzi», ha spiegato a Il Messaggero. «Ho temuto che la scuola davanti allo schermo non aiutasse mio figlio ad avere voglia di tornare in classe (...) I ragazzi di 16 anni hanno esigenze precise e lo studio non è necessariamente tra quelle». I figli non sono sempre piezz' e core. Dalla questura di Parma preferiscono non rispondere «vista l'eta del ragazzo» sui fatti accaduti.

 

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