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L'aria che tira, Flavio Briatore furioso: "Perché non sono restati in ospedale?". Massacrati i virologi del terrore: con chi ce l'ha?

Flavio Briatore

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Flavio Briatore continua ad attaccare i virologi in collegamento da Myrta Merlino a L'aria che tira su La7, la puntata è quella di giovedì 27 maggio. "Avevamo una decina di virologi sempre presenti in televisione su tutti i canali, presenze fisse, e ognuno diceva delle cose diverse spaventando la gente, non spaventandola. Ci vuole una voce sola, da noi parlavano tutti, confondendo la gente sulla salute". Anche perché, spiega ancora l'imprenditore: "C'è gente che non sa cosa succede, che non comunica. Il governo doveva avere una persona che parlasse a nome di tutti quanti, non varie opinioni, positive, negative". 

Eppoi, giusto per dirla tutta: "Tanti virologi in ospedale non ci sono più stati, non puoi fare nove ore di televisione e continuare a parlare di ospedali", osserva Briatore. "Avrei preferito che stessero in ospedale dove servivano di più". 

 

Sulle riaperture Briatore spiega quale sia la situazione a Montecarlo, dove vive: "Qui sono il vice-principe", ironizza l'imprenditore che qui ha diversi locali e ristoranti, "noi siamo sempre stati aperti per chi vive e lavora nel principato di Monaco. Anche qui c'è il coprifuoco alle 22,30. Con la ricevuta del ristorante hai mezzora di tempo per tornare a casa".

 

 

Infine, Briatore commenta l'operato del nuovo governo italiano: "Il duo Draghi-Figliuolo è un altro mondo. Figliuolo si vede che è una persona pratica e ci siamo levati di torno tutti quei pasticcioni che aveva Conte, è stato un passo positivo e importante e si vedono i risultati, che è quello che conta, non le chiacchiere. Stanno facendo un super lavoro". 

Infine, sulla "Patrimoniale'" di Enrico Letta, Briatore osserva che "se servisse e non li buttassero via potrebbe anche essere una mezza idea, il problema è che non serve, con gli sprechi che ci sono non cambierebbe assolutamente niente. Dare i soldi in mano al governo vuol dire buttarli via".

 

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