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Domenica In, la lezione del generale Figliuolo: patria e divisa, un massacro per Michela Murgia

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All'ultima puntata di Domenica In, l'ospite d'onore di Mara Venier nella prima parte di trasmissione tutta dedicata all'emergenza coronavirus è il generale Francesco Paolo Figliuolo, il coordinatore all'emergenza che ha soppiantato Domenico Arcuri imponendo un netto cambio di passo al Paese. Una lunga e calda intervista, quella concessa dal generale, che fa il punto sull'emergenza e, da uomo indivisa e con buona pace di Michela Murgia, sventola tutto il suo orgoglio tricolore.

 

"Ho visto una bella Italia, un'Italia operosa che si stringe quando c'è da affrontare una sfida e vede che è ben guidata. Gli italiani fin dall'inizio si sono comportati bene, capendo il nemico che avevamo di fronte", ha premesso Figliuolo lodando il suo Paese. Dunque, per quel che riguarda le prossime mosse, ha aggiunto: "I giovani devono poter tornare in discoteca. Ma devono farlo con atteggiamento responsabile e devono avere il Green Pass". E ancora, sul vaccino: "Sono convinto che per fine settembre raggiungeremo l'80% della platea, ma dobbiamo continuare a vaccinarci. L'esperienza di altri Paesi ci mostra che dopo una certa soglia si fatica poi a trovare vaccinandi, invece dobbiamo continuare e restare almeno sulle 500mila somministrazioni al giorno", ha puntualizzato.

 

Nel corso dell'intervista, la Venier gli ha anche chiesto fino a quando continuerà il suo lavoro, insomma per quanto tempo ancora resterà in piedi la struttura di cui è al comando: "Adesso credo che ancora un po' si andrà avanti, ora lo stato d'emergenza teoricamente finirà a fine luglio, ma finché ce ne sarà bisogno la struttura c'è e io sono al servizio dell'Italia. Spero che presto torneremo ad abbracciarci", ha concluso Figliuolo. Parole meritore, quelle del generale "al servizio dell'Italia". E chissà che se Michela Murgia, sentendo queste parole, avrà davvero ancora "paura degli uomini in divisa", così come disse a Otto e Mezzo di Lilli Gruber, scatenando un'aspra (e doverosa) polemica.

 

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