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M5s, Vittorio Sgarbi a Quarta Repubblica: "Beppe Grillo dannato per il figlio. Perché anche Giuseppe Conte è finito"

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Continua incessantemente lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo per decidere le sorti di un M5s fratturato dentro e fuori, ma ancora rilevante nell'attuale scenario politico, con i consensi che si aggirano stabilmente attorno al 15-16%, almeno stando agli ultimi sondaggi. Dopo aver proposto il suo giocattolo a Conte, Grillo vuole tuttavia evitare che quest'ultimo trasformi il MoVimento nel suo partito e propone quindi una diarchia, presto bocciata però dall'ex premier in una conferenza tenutasi ieri, lunedì 28 giugno 2021 alla Camera di Commercio a Roma. Il fu avvocato del popolo chiede di votare su un nuovo statuto, da lui redatto e proposto, che in buona sostanza lasci al comico ligure il ruolo di garante, ma soltanto figurativo, depotenziato.

 

E di quanto accade se ne parla a Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro su Rete 4, la puntata è quella di lunedì 28 giugno. "La dannazione di Grillo comincia quando comincia il calvario del figlio, ormai la dissoluzione è così intensa sia se lui rimane sia se diventa leader Conte", commenta il critico d'arte. "Grillo è il garante - prosegue -. Ma oggi garantisce solo la dissoluzione del movimento". In un post su Facebook, Sgarbi ha invece così ironizzato sul nuovo volto pentastellato: "Alla fine dovremo comunque ringraziare Conte. Nessun altro come lui avrebbe potuto demolire il movimento in così breve tempo". Resta il fatto che Sgarbi torna a legare il crollo politico del comico alle vicende del figlio, Ciro Grillo, invischiato nel caso del presunto stupro in Sardegna. E il critico si spinge più in là, sostenendo che da quel momento sia iniziata una spirale negativa, per Grillo e per il M5s, ormai irreversibile, Conte o non Conte.

 

 

 

Ospite della trasmissione di Porro anche Pietro Senaldi, che ha così espresso la sua posizione sulla figura del comico-politico: "Penso che Grillo sia in un momento di estrema debolezza sia per la vicenda del figlio, sia perché uno non può fare il leader politico quando gli va. Quindi si vede un Conte che gli sfila la leadership", ha commentato il direttore di Libero.  

 

 

 

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