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Marco Travaglio contro Beppe Grillo: "Ipnotizzato dalla partita mentre la moglie se la spassa con l'idraulico"

Marco Travaglio

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Beppe Grillo è come il "marito ipnotizzato dalla partita di calcio in tv mentre la moglie nell'altra stanza se la spassa con l'idraulico", roba da B-Movie, scrive Marco Travaglio nel suo editoriale su Il Fatto quotidiano. "La stessa scena si ripete nella politica reale da quando Grillo ebbe la visione di trasformare il M5S (partito di maggioranza relativa) nella ruota di scorta del caterpillar di Draghi, poi di consegnarlo a Conte per tamponare l'emorragia di consensi, infine di sfancu***e Conte dopo quattro mesi di lavoro volontario, lasciando i 5Stelle senza testa (cioè con la sua e quella di Casaleggio)", attacca il direttore de Il Fatto.

 

 

Quindi passa ad elencare tutte le malefatte di Mario Draghi "mentre il M5S si rimira l'ombelico e discute di temi appassionanti come lo statuto, il garante, il direttorio, i dati degli iscritti e la piattaforma". Il premier, tuona Travaglio, "se la spassa con Confindustria & centrodestra alle loro (e nostre) spalle: ingaggia i migliori aedi del Partito degli Affari che s' è mangiato l'Italia per 30 anni; sbloccai licenziamenti e si fa beffe dei sindacati con un accordo-farsa che consegna ai padroni il diritto di vita o di morte sui lavoratori; dopo il condono fiscale, vara la sanatoria per i precari della scuola (per esservisi opposta, la Azzolina è ancora sotto scorta); si fa bello del Recovery ottenuto dal predecessore in una fiction con la Von der Leyen a Cinecittà; cancella il Cashback, ottima arma anti-evasione, primo passo per la digitalizzazione (era nel Piano Colao) e aiuto concreto ai negozianti distrutti dal Covid e poi dall'e-commerce; ingrassa il partito degli inquinatori e del fossile con l'apposito Cingolani; e raccatta l'assist delle destre con la mozione sul Ponte sullo Stretto, votata da una parte dei 5Stelle in stato confusionale, senza guida né bussola".

 

 

Insomma, un disastro. Ora teme Travaglio, sarà un attimo smantellare il reddito di cittadinanza. Ma "di queste quisquilie Grillo non si occupa né si accorge: l'ha detto lui che in tre anni i suoi ministri non han combinato nulla (invece vuoi mettere i veri grillini Draghi e Cingolani). Ma qualcuno dovrà pur occuparsene, il che rende comprensibile la fretta di Conte di partire. Purché non sia un partito personale da uomo solo al comando, ma un movimento collettivo con un gruppo di cofondatori che hanno dato buona prova al governo e in Parlamento e di nuovi innesti dalla società civile. Per dare una casa e una bussola a una comunità portata allo sbando da Grillo. A meno che questi non ritiri tutto quel che ha detto e fatto negli ultimi 7 giorni e si contenti di fare il garante muto. Ma è quasi un'ipotesi dell'irrealtà", conclude amaro Travaglio. 

 

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