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Variante Delta, Pfizer pensa alla terza dose di vaccino dopo sei mesi dalla seconda: svelato il dossier

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Una terza dose dopo sei mesi dalla seconda. È questa la risposta di Pfizer all'avanzata della variante Delta che sta facendo aumentare vertiginosamente i contagi. Il richiamo del richiamo assicurerà una protezione cinque volte superiore nei più giovani e undici volte superiore negli anziani. Lo mette nero su bianco il colosso farmaceutico nel documento - svelato dal Tempo - sui risultati del secondo trimestre 2021 depositato ieri alla Sec (la Consob statunitense). L’azienda spiega che a luglio "Pfizer e BioNTech hanno fornito un aggiornamento sullo studio" sulla terza dose. Risultato?

 

 

"I dati iniziali sulla sicurezza e sull’immunogenicità dello studio dimostrano che una dose di richiamo somministrata almeno 6 mesi dopo la seconda dose ha un profilo di tollerabilità coerente, mentre produce livelli di anticorpi neutralizzanti contro il virus originario e la variante Beta che sono da 5 a 10 volte superiori rispetto a due dosi primarie". Stando a queste evidenze "una terza dose produce livelli di anticorpi neutralizzanti contro la variante Delta (B.1.617.2) che sono più di cinque volte superiori nelle persone più giovani e più di 11 volte negli anziani rispetto a quanto accade dopo due dosi".

 

 

Novità anche per i più piccoli. Il colosso infatti si appresta a raggiungere col vaccino anche i bambini. Da giugno infatti è stata avviata la fase 2 di 3 sul siero rivolto alla fascia d’età 6-11 anni. "Gruppi di dati simili - si legge nel report - saranno presentati poco dopo per supportare l’autorizzazione all’uso emergenziale e la concessione di licenze nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni". Da lì la decisione sulla somministrazione ai minori passerà ai singoli Stati.

 

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