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Giuseppe De Donno, "Vado giù a studiare": le ultime parole prima del suicidio. La tragica scoperta della figlia

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"Vado giù a studiare": sarebbero state queste le ultime parole di Giuseppe De Donno, lo pneumologo che lo scorso martedì 27 luglio si è tolto la vita nella sua abitazione di Curtatone in provincia di Mantova. Il padre della cura col plasma iperimmune contro il Covid, però, non ha lasciato nessun biglietto per spiegare la regione del suo gesto, né nel suo studio e nemmeno in casa. Ecco perché la Procura ha formalmente aperto un fascicolo. Così da capire se possa esserci stata responsabilità di terzi dietro il gesto estremo.

Nel giorno del suicidio, il medico si trovava a casa con la moglie e i figli. Qualche istante dopo che la moglie era uscita, De Donno - come riporta la Gazzetta di Mantova -  avrebbe trovato un pretesto per allontanarsi dai ragazzi. Sarebbe stata sua figlia, 20enne consigliere comunale nella città di residenza, a trovare il padre ormai privo di vita. Quando la moglie è tornata a casa, per lo pneumologo non c'era già più nulla da fare. Inutile la chiamata al 118, che non ha potuto fare altro che constatare il decesso.

Intanto gli inquirenti cercano di vederci chiaro, anche scavando nel passato del medico. De Donno aveva deciso di lasciare il suo posto come primario del reparto di Pneumologia per tentare una nuova strada come medico di base. Una scelta non facile, ma probabilmente motivata dall'esigenza di cercare nuovi stimoli. Inoltre, lottava da tempo contro una malattia, che però curava con dei farmaci. Infine la delusione per la bocciatura della sua cura col plasma e i conseguenti attacchi sui social pare avessero minato la sua salute.

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