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Giuseppe De Donno, interrogazione della Lega: "Dava fastidio a qualcuno del governo", nel mirino Roberto Speranza

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Si cercano ancora le motivazioni alla base del suicidio di Giuseppe De Donno. Il padre del plasma iperimmune per curare il Covid si è tolto la vota nella propria abitazione senza lasciare alcuna spiegazione. E così la Procura di Mantova ha deciso di aprire un'inchiesta per verificare un'eventuale responsabilità di terzi. Di pari passo con gli inquirenti anche la Lega ha voluto fare chiarezza sulla scomparsa dell'ex primario di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova. Il partito di Matteo Salvini ha presentato un’interrogazione indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza.

Il testo, firmato da Paolo Grimoldi, evidenzia che "De Donno era noto per essere stato il pioniere della terapia sperimentale anti-Covid a base della trasfusione di plasma iperimmune; le potenzialità della terapia iperimmune, da tempo oggetto di serio studio in Italia e in diversi Paesi del mondo, si basano sugli effetti benefici che, in alcuni casi, sembrano riscontrarsi per la cura del Covid-19 dall'utilizzo del siero iperimmune e dalla possibilità di estrarre da quest'ultimo anticorpi a fini di prevenzione; inoltre, fin dal periodo iniziale della pandemia, De Donno si era battuto per le terapie domiciliari, poi rivelatesi molto spesso provvidenziali, e anche per questo aveva ingiustamente scontato l'emarginazione e l'isolamento di una parte della comunità medica". 

E ancora: "Le circostanze del drammatico suicidio del dottor De Donno sono ancora da chiarire, tuttavia l'interrogante non può fare a meno di pensare alla traumatica vicenda che ha coinvolto De Donno nel maggio 2020 quando, proprio a seguito della sperimentazione della terapia sui pazienti affetti da Covid-19, i carabinieri del Nas di Mantova si sono interessati al lavoro dell'allora primario; fu un duro colpo per De Donno, che percepì chiaramente il tentativo, anche politico, di scoraggiare i suoi sforzi; sembra infatti che la decisione di far intervenire i Nas provenisse direttamente da Roma, dove le terapie ‘complementari’ del medico avrebbero infastidito alcuni esponenti dell'allora Governo, attenti, secondo l'interrogante, più ad un approccio ideologico che a quello autenticamente terapeutico nei confronti del contenimento del virus”. Accuse pesantissime, che chiedono una volta per tutte all'esecutivo di "fornire chiarimenti in ordine alle circostanze e alle dinamiche che, nel maggio 2020, hanno causato l'intervento dei Nas nei confronti del dottor De Donno, nella sua veste di direttore del reparto di pneumologia". 

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