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Marcello Sorgi, "le incognite della quarta ondata". Perché Draghi e Speranza sono bloccati

Marcello Sorgi  

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Obbligo vaccinale anche in Italia? Terza dose dopo cinque mesi e non sei dalla seconda? Sono tante le incognite in questo momento nel nostro Paese. Il rischio, avverte Marcello Sorgi nel suo editoriale su la Stampa è che con la "confusione" che c'è in Parlamento non si riesca nemmeno a prendere delle decisioni. In Italia, "dove la crescita dei contagi non s'arresta", scrive il giornalista, "si fanno più consistenti i timori dei governatori delle regioni del Nord di ritrovarsi con i propri territori in arancione proprio alla vigilia del Natale".

 

 

E se in Austria "Schallemberg ha annunciato l'adozione dell'obbligo vaccinale a far data dal primo febbraio 2022, motivando la scelta del governo con il rischio di una quinta ondata più letale della quarta" e a Berlino "il direttore dell'Istituto Koch (l'equivalente dell'italiana Aifa) Wieler ha dichiarato che 'tutta la Germania è ormai un enorme focolaio', chiedendo al governo tedesco di assumere le misure necessarie", il dibattito è aperto anche in Italia.

 

 

Tanto che, sottolinea Sorgi, il presidente Sergio Mattarella ha esortato i no vax "a battere gli atteggiamenti antiscientifici" perché "il rischio che un ulteriore rialzo dei contagi porti e nuove chiusure, gelando la ripresa economica", è concreto. In questo scenario il premier Mario Draghi è cauto e spera che "la crescita delle terze dosi di vaccino possa portare un'inversione di tendenza, frenando la quarta ondata com'è avvenuto nel Regno Unito".

 

 

In questo senso "sta valutando con il comitato tecnico-scientifico l'eventualità di procedere ai richiami vaccinali dopo soli cinque mesi, e non sei, come previsto finora. Ciò basterebbe per accelerare la somministrazione, fin qui troppo lenta, e proteggere meglio il periodo delle Feste". Ma attenzione, conclude Sorgi, "non è detto che anche questo basti. Inoltre, nell'attuale momento di confusione parlamentare, la proposta dell'obbligo potrebbe non trovare una maggioranza nelle Camere". 

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