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Greta Beccaglia, indiscrezioni inquietanti sul tifoso palpeggiatore "Non si trova", che fine ha fatto Andrea?

Claudia Osmetti
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Ha scatenato un pandemonio e adesso non riesce più a uscirne. «Non sono un mostro», continua a ripetere Andrea, «non merito la gogna mediatica». Andrea è Andrea Serrani, il ristoratore marchigiano di 45 anni che, sabato sera, è finito sui tigì di tutte le reti. È lui che, al termine della partita Empoli - Fiorentina, davanti allo stadio Castellani della cittadina toscana, in un attimo di leggerezza, o forse di euforia, o vai a sapere bene di cosa, ha dato una pacca sul sedere alla giornalista Greta Beccaglia. In diretta, davanti a chissà quanti telespettatori.

Un secondo, un gesto solo e (chiariamo subito) sbagliatissimo. Che gli sta costando caro: Beccaglia l'ha denunciato e si è ritrovato indagato (assieme a un altro tifoso) per violenza sessuale. L'accusa è stata formalizzata giusto ieri sera dalla procura di Firenze: adesso, rischia una condanna al carcere che oscilla tra i sei e i dodici anni. Così ha chiuso il locale che gestisce, ha un Daspo della validità di tre anni già in tasca ed è "scappato" precipitosamente da casa.

 

 

IN FUGA - Nel senso che la pressione che gli è scivolata sul capo, Andrea proprio non la regge. Quindi ha fatto i bagagli e si è trasferito in un "alloggio segreto" con l'intenzione di evitare i giornalisti che gli stazionano in giardino. «Non merito questa gogna che si è scaricata contro di me», racconta al quotidiano Il Messaggero, «non ho mai fatto male a nessuno e vivo la mia vita lavorando. Ero con un amico che avevo raggiunto a Firenze. Eravamo amareggiati, in pochi minuti la quadra era passata dalla vittoria alla sconfitta. C'erano alcuni giornalisti che chiedevano commenti a caldo. È stato solo un gesto goliardico. Non ho mai fatto male a nessuno». Ha un chiodo fisso, Andrea: la sua bambina, «temo le conseguenze che potrei subire riguardo a lei».

Sui social, nel frattempo, si ammassano le reazioni. Due su tre sono insulti e offese, indirizzati non solo a lui, ma anche ai suoi famigliari e a quell'attività di ristorazione che (siamo onesti) c'entra un tubo con questa faccenda. «Se vengo a cena dai una sculacciata anche a me?», scrive qualcuno su Instagram. «Questo è un posto gestito da un molestatore seriale», recensisce (si fa per dire) qualcun altro su internet. Le sue difese le prende l'avvocato Roberto Sabbatini che, d'accordo, è di parte nel vero senso della parola (cioè, è stato ingaggiato da Andrea), ma che lo dice papale: «Il gesto del mio assistito è stato grave e lui si è perfettamente reso conto dell'imperdonabile errore che ha commesso. Ma questo linciaggio mediatico è esagerato. Anzi, è vergognoso». Non è il solo Sabbatini a voler raccontare di un altro Andrea. Uno «dolce e rispettoso, sempre presente nelle difficoltà di chi ha vicino».

 

 

Sono le parole di Natascia Bigelli, la sua compagna. Lei lo chiama «Andy». «Andy», racconta sulle pagine anconetane de Il Resto del Carlino, «è un grand uomo, un papà speciale, un amico di tutti. È solo un burlone. Ci stiamo facendo forza a vicenda per quello che ci sta capitando siamo su tutte le tivù e su tutti i giornali». Non ce ne è uno (e anche questo va puntualizzato) in casa Serrani che provi minimamente a scusare quella pacca. «Non si fa, lo sappiamo», continua Natascia, «ma far passare Andrea da maniaco a violentatore è un fatto che ammazza». Sono diversi i messaggi di solidarietà che arrivano da amici e conoscenti. Intanto il ristorante di Chiaravalle (Ancona) resta chiuso e riaprirà solo nel fine settimana e a casa Andrea non ci torna.

«Valuteremo quali decisione prendere anche in merito al Daspo», aggiunge l'avvocato Sabbatini, «al momento la pena di tre anni ci sembra spropositata. Ma non è, chiaramente, questo l'aspetto che ora turba maggiormente. Purtroppo non sono riuscito a parlare con il collega che difende la dottoressa Beccaglia, proverò a ricontattarlo tra qualche giorno, quando il clamore mediatico intorno a questo episodio si sarà placato». Dal canto suo la vittima, Greta Beccaglia, non le manda a dire: «Non dormo da tre giorni», dichiara, «ma per me l'obiettivo era tornare il prima possibile alla normalità e a fare il mio lavoro. Spero che quello che è successo possa cambiare qualcosa. Nella sfortuna sono stata fortunata perché le telecamere hanno ripreso tutto e quel video è una testimonianza».

 

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