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Matteo Bassetti, la profezia: "Tamponi? Ecco cosa accadrà nel 2022". Il clamoroso futuro della pandemia

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Cenone della vigilia e pranzo di Natale al secondo anno di pandemia, il primo col vaccino. Ultimi preparativi, e precauzioni. Spumante, tortellini, abbacchio, lenticchie, tombola. Ressa nelle farmacie per i tamponi. Test fai da te esauriti quasi ovunque. Da giorni in tivù è tutto un consiglio anti-contagio: come al solito tante voci, troppe, e molta confusione. Ne parliamo col professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive del policlinico San Martino di Genova.

Professore: pronti per l'abbuffata in famiglia. Ipotizziamo: ci siamo sottoposti tutti alla terza dose, nessuno ha sintomi. È il caso di farsi anche il tampone?

«Direi di no: lo porteremmo solo via a chi ne ha davvero bisogno. In più quel tampone, a meno che non venga effettuato un attimo prima di sederci a tavola, non darebbe alcuna certezza. È giusto ricordare che si tratta di un'istantanea».

D'accordo, ma in caso tampone molecolare o antigenico?

«Se sono passati 6 mesi dalla seconda dose e devo ancora fare la terza, in assenza di sintomi più che al tampone penserei ad altre accortezze: magari terrei un po' più le distanze. Nel 2022 il mantra deve diventare: stop ai tamponi».

Ora la attaccheranno.

«Dobbiamo abituarci a convivere col virus».

Però è in arrivo Omicron...

«Quando arriverà in Italia in modo massiccio, e dovrebbe succedere entro un paio di settimane, ci saranno molti più contagi ma in forma meno aggressiva, stando a quanto indicano i dati provenienti dal Sudafrica, dall'Inghilterra e dalla Scozia. Bene: a quel punto dovremo cominciare a vivere il Covid come facevamo con l'influenza. Facevamo i tamponi a tutti quelli a cui colava il naso? Chi ha sintomi stia a casa sua: non c'è bisogno ogni volta di isolare il mondo intero, altrimenti rischiamo il blocco completo. Quando avremo 50-60mila casi al giorno cosa faremo: isoleremo un milione di persone al colpo? Nel momento in cui il virus è depotenziato dai vaccini non vedo un altro modo per continuare a vivere in modo normale. Tre milioni di tamponi ogni 24 ore non sono sostenibili dal sistema».

 

 

Torniamo al cenone, o al pranzo. Siamo seduti da un'ora. Apriamo la finestra o a quel punto ciò che è fatto è fatto e rischiamo solo un raffreddore?

«Cambiare l'aria di tanto in tanto è sempre una buona pratica, per il Covid ma non solo. Non dimentichiamoci che ci sono tanti altri virus respiratori».

Mascherina in casa: sì, no, e in caso, chirurgica o Ffp2? Alcuni suoi colleghi ne dibattono da inizio mese.

«Ma no, dai! Se poi siamo tra persone che hanno completato il ciclo vaccinale... Il Natale non va trasformato nello spot della stupidaggine. Magari le persone che mangiano assieme a Natale sono le stesse che si sono viste due giorni prima e non si sono poste il minimo problema. Cerchiamo di evitare le esagerazioni: fino a giovedì tutto bene, venerdì mascherine e tamponi. Diventa un esercizio ridicolo».

 

Ho invitato il cugino no-vax che non sapevo fosse no-vax: gli chiedo di farsi un tampone?

«Per un non vaccinato ha un senso, anche se ripeto: il tampone dà la fotografia del momento, farlo il giorno prima serve davvero a poco. A un no-vax consiglio di stare a casa o se proprio non a contatto con persone fragili. Attenzione: lo dico anche per lo stesso no-vax, perché in famiglia ci potrebbero essere vaccinati asintomatici in grado di trasmettere il contagio».

I bambini possono abbracciare i nonni?

«Sì. Magari non li sbaciucchino, ecco».

Il Natale dell'anno scorso a casa Bassetti.

«Non è stato Natale. Non si poteva stare in più di 4. Non c'era il vaccino. Quest' anno mi sento molto più tranquillo. Glielo dico da medico».

Dimenticavo. Ho bevuto il caffè al bar con un amico che poi ha scoperto di essere positivo al virus.

«Se il contatto è stato ravvicinato e senza mascherina, nel caso io abbia la tripla dose posso pensare di farmi un tampone nelle 24-48 ore successive, per stare più tranquillo. Senza tripla dose invece è meglio che il giorno di Natale anziché coi nonni lo passi da solo».

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