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Alberto Zangrillo, lo sfogo: "Terroristi, avete ucciso questo Paese". Covid, la foto che scuote l'Italia

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È caos tamponi in queste feste di Natale, durante le quali ne vengono processati quasi un milione al giorno. Ormai da giorni si sprecano le immagini sulle lunghissime file davanti agli ingressi delle farmacie: i tamponi sono un pensiero fisso sia per i non vaccinati, costretto a farlo per avere almeno il Green Pass di base, sia per i vaccinati, che invece vogliono essere sicuri di non poter diffondere il contagio durante i festeggiamenti con i parenti.

 

 

Alberto Zangrillo è intervenuto a gamba tesa sull’argomento, lui che da tempo sostiene una gestione dell’epidemia più normale e meno emergenziale. “Santo Stefano, ore 10 a Milano - ha scritto a corredo di una foto che immortala una lunga coda - 200 metri di coda per alimentare le casse delle farmacie, il terrorismo giornalistico e certificare la morte del Paese”. Parole molto dure, che hanno provocato diverse critiche nei suoi confronti, ma anche centinaia di commenti concordanti.

 

 

Tra l’altro Zangrillo non è l’unico a criticare questa corsa al tampone. Matteo Bassetti la pensa più o meno allo stesso modo, anche se lo dice con toni meno duri: “Se continuiamo in questo modo a fare tamponi a tutti, anche a chi non sintomi o magari ha un raffreddore, cosa potrebbe accadere il 25 gennaio con magari 1,5 milioni di persone contagiate? Vorrebbe dire avere 10 milioni di persone ferme e in quarantena. In quel caso chi va a fare il pane, chi guida l'autobus, chi va ad insegnare a scuola? Si rischia di avere un Paese ingessato”.

 

 

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