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Green pass, Vittorio Sgarbi picchia duro contro Mario Draghi: "Secondino degli italiani? Dia un segnale"

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Vittorio Sgarbi prende atto della rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella. Dopo essersi impegnato come telefonista a nome di Silvio Berlusconi, il critico d'arte riconosce la volontà del Parlamento. Da qui la richiesta al premier: "Draghi, adesso che comincia una fase nuova, dai un segnale: libera il Paese dall’inutile 'Green Pass'. O vuoi passare alla storia come il secondino degli italiani?". 

 

 

Ma il deputato del Misto non è nuovo a critiche nei confronti della certificazione verde. E neppure a governo e presidente del Consiglio. "Non si capisce quale perversione induca il Governo italiano a scelte illiberali, che nulla hanno a che fare con l’evidenza scientifica, per imporre non l’obbligo vaccinale (che, seppur discutibile, senza la comprovata certezza della sua efficacia, potrebbe corrispondere a un tentativo di contenere la diffusione del virus) ma il super green pass invece del semplice tampone nei luoghi di lavoro", erano state le sue parole. 

 

 

A chiedere una svolta, oltre a Sgarbi, Giancarlo Giorgetti. Se in un primo momento il ministro della Lega avesse fatto pensare a delle dimissioni, poi è arrivata la precisazione: "Dimissioni? Per affrontare questa nuova fase serve una messa a punto: il governo con la sua maggioranza adotti un nuovo tipo di metodo di lavoro che ci permetta di affrontare in maniera costruttiva i tanti dossier, anche divisivi, per non trasformare quest'anno in una lunghissima, dannosa campagna elettorale che non serve al paese". Insomma, un chiaro appello a Draghi che, ora più che mai, deve pensare agli altri problemi. E non solo la pandemia.

 

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