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Green pass, l'urlo di Matteo Bassetti: "Così richiude l'Italia, perché rischiamo il fallimento"

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Matteo Bassetti, primario d'Infettivologia al San Martino di Genova, tende una mano al fronte no vax: "Come in ogni guerra, una volta esaurita a marzo l'emergenza, in questo caso sanitaria, credo sia necessaria una sorta di amnistia per i non vaccinati. Quello che è stato è stato, non ha più senso protrarre misure come il Green pass che sono nate per favorire la vaccinazione e non per comprimere la vita delle persone", ha spiegato in una intervista al Giorno. "Tra due mesi ci avvicineremo ulteriormente al 95% di popolazione over 12 vaccinata, senza contare che, da qui alla primavera prossima, l'infezione se la piglieranno anche coloro che ancora si ostinano a rifiutare la profilassi. Saranno immunizzati anche loro. A quel punto Il Green pass avrà esaurito la sua funzione, continuare a chiederlo per entrare nei negozi o per prendere un caffé rischierebbe solo di far chiudere il Paese, non nel senso di un lockdown, ma nell'ottica del fallimento delle attività commerciali", ha precisato.

 

 

"C'è bisogno di avviare una riconciliazione tra queste due componenti della società. In primo luogo dovremmo smetterla di fornire dati ufficiali sui ricoverati che non distinguono fra chi è in ospedale per sintomi dovuti all'infezione e coloto che, invece, hanno solo il tampone positivi, ma si trovano in reparto per altri motivi. Stessa cosa per il computo dei decessi. Dobbiamo differenziare chi ha perso la vita per una polmonite bilaterale dettata dalla malattia da chi è deceduto con l'infezione, ma a causa di altre malattie", ha svelato il professore.

 

"Questo virus non se ne andrà, resterà con noi. I casi positivi ci saranno, ma l'infezione diverrà del tutto endemica e non più un'emergenza. Di fronte a un quadro clinico di polmonite bilaterale torneremo a fare diagnosi differenziale. Non penseremo subito e solo al Covid", ha concluso Bassetti. 

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