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Enrico Mentana, la vergogna dei Parlamentari: "Avete avuto 40 mesi di tempo", quelli che se ne fregano della morte

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Enrico Mentana entra a gamba tesa sul referendum per l'eutanasia. Dichiarato inammissibile dalla Consulta, il quesito è stato accantonato. Eppure il direttore del Tg di La7 non se la prende con l'organo di governo impegnato a tutelare la Costituzione, bensì con i parlamentari che occupano i seggi delle Aule italiane. Il motivo? Presto spiegato: "E comunque - scrive su Facebook Mentana - referendum o non referendum, non dimentico che la Corte Costituzionale ha chiesto quaranta mesi fa al parlamento di legiferare su fine vita e suicidio assistito e né Camera né Senato lo hanno fatto. La responsabilità di questo scandalo ricade sugli eletti prima che su chiunque altro". Fino ad ora, infatti, la strada della proposta di legge sull'aiuto di un medico per porre fine alla vita di un malato è stata tutta in salita e il Parlamento è andato per le lunghe. 

 

 

Ora però, con la bocciatura da parte della Consulta, la palla può passare a senatori e deputati. Saranno loro a dover decidere su un'eventuale approvazione di una legge ad hoc. A spingere in questa direzione sono soprattutto Partito democratico e Movimento 5 Stelle che, attraverso i propri leader, hanno fatto un appello alle forze politiche affinché su questo tema continui il dialogo.

 

 

Compatto e contrario invece il centrodestra, pronto a dare battaglia assieme al Vaticano. Non a caso nella giornata di giovedì 17 febbraio sono ripresi alla Camera i lavori sul disegno di legge per il fine vita. Inizierà infatti nel pomeriggio in Aula il voto degli emendamenti. Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia ne ha presentati assieme ad altre forze politiche circa 200, delineando già durissimo nel primo step parlamentare davanti alle commissioni Giustizia e Affari sociali di Montecitorio. 

 

 

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