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Ucraina, Federico Rampini a Tagadà: "Perché Vladimir Putin ci ride in faccia", il fallimento dell'Europa

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Per Federico Rampini l'invasione russa dell'Ucraina ci porta indietro nel tempo. In particolare il giornalista, intervenuto ai microfoni di Tagadà su La7, ricorda gli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale. Ossia, quando la Germania di Hitler invase la Polonia e, prima ancora, occupò la Cecoslovacchia. "Era dalla primavera del 1938 che avevano alzato la tensione con la Repubblica Cecoslovacca ingigantendo, e spesso inventando, soprusi e angherie subite dalla minoranza tedesca che all’epoca viveva nel paese, nella regione dei Sudeti, mentre in realtà finanziavano sottobanco e incitavano a compiere azioni sempre più aggressive il locale partito filonazista".

 

 

Insomma, la firma del Corriere della Sera sembra paragonare il dittatore nazista al presidente russo Vladimir Putin. Che, prosegue Rampini ai microfoni di Tiziana Panella, "di fronte alle nostre manifestazioni pacifiste se la ride". Nemmeno le sanzioni europee e quelle americane riusciranno a fermare l'ambizione di Mosca. "Putin - è la convinzione del giornalista - ha impoverito il Paese talmente tanto da averlo abituato a grandi sacrifici economici. Dunque saranno in grado di resistere alle sanzioni più dure".

 

 

Poco prima dell'invasione avvenuta all'alba di giovedì 24 febbraio, sempre ai microfoni della Panella, Rampini aveva detto che "i rapporti di forza sul terreno sono a favore della Russia, questo ormai sembra molto chiaro. Quindi qualcosa alla Russia bisogna dare, vediamo che cosa".

 

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