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Otto e mezzo, Massimo Cacciari e Putin "a un centimetro dall'abisso". L'errore che ci può condannare alla fine

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"Siamo a un centimetro dall'abisso". Massimo Cacciari, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, utilizza una immagine da "orologio dell'Apocalisse", tanto più inquietante perché evocata a poche ore dal disastro sfiorato alla centrale nucleare di Zaporizhzhya, la più grande d'Europa. Un incendio arrivato a poche centinaia di metri dai reattori (scatenato dai missili russi, accusa Kiev; causato da "sabotatori ucraini", ribatte Mosca) che, parola del presidente Volodymyr Zelensky, avrebbe potuto provocare "la fine dell'Ucraina e dell'Europa". 

 

 

 


"È urgente trovare un accordo e fermare questa invasione. E quindi comprendere cosa vuole l'invasore e se c'è un margine di trattativa, andare fino in fondo per evitare carneficine e pericoli immensi. Siamo già ad un centimentro dall'abisso, vediamo se ci sono dei margini su cui si può trattare", spiega Cacciari. L'incubo concreto è quello di uno scontro diretto tra Russia e la Nato. Magari per un azzardo russo, un attacco più o meno volontario (o magari un semplice "incidente tecnico") a un Paese non solo membro dell'Alleanza atlantica, ma genericamente considerato "amico" dell'Occidente. Il fronte ucraino, infatti, è facilmente "estensibile": il Cremlino ha già apertamente minacciato Svezia e Finlandia di intervento militare in caso di una loro adesione alla Nato, e avvertito del rischio di rappresaglia militare gli Stati che forniranno armi a Kiev. E secondo molti analisti bellici, il prossimo passo di Putin potrebbe essere un attacco alla Transnistria, piccolo Stato al confine tra Ucraina e Moldavia. 

 

 

 

 

"L'Europa si faccia avanti e dica la sua con Putin. Non è questione di sapere da che parte stare, ma da che parte stare bene, intelligentemente, per fermare chi è dalla parte del torto", conclude il filosofo.

 

 

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