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Ucraina, lo storico smonta la propaganda dello Zar: "Putin prigioniero del mito della vecchia Urss"

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Andrei Zorin, docente all'università di Oxford, parla della strategia di Vladimir Putin sull'Ucraina. "Negli ultimi anni Putin si è trasformato in uno storico amatoriale, cominciando a scrivere saggi sul passato della Russia. Molti l'hanno considerata una bizzarria, invece era un modo per creare consenso e giustificare una guerra immotivata come questa. La dissoluzione dell'Urss che lui giudica una tragedia, non una liberazione ma una umiliazione e la mancata conclusione della guerra del 2014, non portata a termine per colpa dell'Occidente. Considera l'Ucraina come il simbolo dello smembramento della "famiglia" dell'Urss", rivela lo storico in una intervista al Corriere della Sera.

 

"Putin non può tollerare che gli ucraini si riferiscano ai russi come Moskal. Per lui, questa guerra è una riunione di famiglia. Sono teorie bizzarre, che potrebbero essere frutto del suo isolamento anche fisico degli ultimi due anni. La storia non si fa scegliendo dalla ciotola solo le ciliegie che ci piacciono di più. La storia è una successione di eventi continua e inscindibile. Non si può ignorare come un popolo, in questo caso quello ucraino, consideri sé stesso. Non si può ignorare la volontà "occidentale" emersa in piazza Maidan. Altrimenti, è solo propaganda distorta", specifica Zorin.

 

 

"Punti ha il culto della vittoria finale trasformato in una specie di religione statale che prevede la mitologia del leader, che ha senso solo in tempi difficili. La "sua" Storia è propedeutica al mantenimento del potere e di una presa forte sul popolo russo. Se vuoi essere una persona decente, è questo il messaggio imposto a forza, non puoi che stare dalla parte giusta. Quella di Putin", conclude Zorin.

 

 

 

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