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Roman Abramovich, il "magheggio" del 24 febbraio: l'oligarca sapeva dell'invasione di Putin? Una prova schiacciante

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Roman Abramovich, uno degli oligarchi russi più noti ed ex patron del Chelsea, avrebbe trasferito una sua società, che ha investimenti per decine di milioni di dollari, a un membro del board del Chelsea. A creare qualche dubbio è il fatto che questo passaggio sia avvenuto il 24 febbraio, proprio il giorno in cui è iniziata l’invasione russa dell'Ucraina. Solo una coincidenza o c'è dell'altro? In riferimento a questa vicenda, i parlamentari britannici - come riporta l'agenzia Reuters - hanno accusato il governo di aver concesso agli oligarchi russi tempo sufficiente a trasferire i loro asset prima dell’annuncio di qualsiasi sanzione.

 

 

 

Abramovich, comunque, non ha rilasciato commenti per ora. Il suo profilo ha subito catturato l'attenzione di media e giornali dopo l'inizio della guerra perché si tratta di uno degli imprenditori più importanti in Russia e nel resto del mondo, soprattutto per via del suo passato nel commercio di greggio e alluminio. Basti pensare che a febbraio Forbes aveva stimato il suo patrimonio in una somma che supera addirittura i 13 miliardi di dollari.

 

 

 

Il magnate, inoltre, è finito nel mirino delle sanzioni pure per via della sua vicinanza al presidente russo Vladimir Putin. Anche se Abramovich ha negato di avere rapporti con lo zar. La società di cui si discute adesso è la Ervington Investments Limited con base a Cipro. Proprio quest'ultima, come emerge dai documenti aziendali analizzati da Reuters, il 24 febbraio sarebbe passata sotto il pieno controllo di Eugene Tenenbaum, membro del board del Chelsea e uno dei più stretti collaboratori dell'oligarca. E contro Tenenbaum per il momento non è stata imposta alcuna sanzione. 

 

 

 

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