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Carlo Freccero, "cos'è successo davvero all'ospedale di Mariupol": una vicenda inquietante

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Finito lo stato di emergenza per il Covid, Carlo Freccero e i suoi illustri compagni della commissione “Dubbio e precauzione” hanno dovuto ricalibrarsi. Da no-green pass a filo-russi il passo è breve ed è stato compiuto da molti, non solo dagli esaltati dei social ma anche da intellettuali, o presunti tali.

 

 

E ovviamente cosa ci si poteva aspettare dall’ex direttore di Rai2 nonché componente del consiglio di amministrazione dell’azienda televisiva di viale Mazzini? Un commento così becero e falso da chiedersi se Freccero ci è o ci fa: gli auguriamo la prima, perché se fosse la seconda, allora sarebbe davvero dura dormire la notte con la coscienza sporca. Mariupol è stata praticamente rasa al suolo dai bombardamenti russi, ma a lungo si è dibattuto sul raid che ha distrutto un ospedale pediatrico: sotto le macerie sono rimaste bloccate più di 500 persone, ma per fortuna molte sono state tratte in salvo, con il bilancio dei morti rimasto basso.

 

 

Siccome non c’è stata la strage che purtroppo lasciava presagire la vicenda nelle ore immediatamente successive ai bombardamenti, Freccero e i suoi simili hanno pensato bene di bollare come “fake news” la distruzione dell’ospedale pediatrico. In particolare l’ex direttore di Rai2 ha dichiarato quanto segue: “Sappiamo che esiste materiale prodotto a scopo propagandistico, e un buon esempio è il bombardamento dell’ospedale pediatrico a Mariupol con la sua influencer incinta”. Influencer, come la chiama Freccero senza alcuna vergogna, che è morta a causa dei bombardamenti, e con lei il bimbo che portava in grembo.

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