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Toni Capuozzo, il durissimo sfogo dopo le critiche per Bucha: "Mai gli italiani. Chi conosce i russi..."

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Torna a farsi sentire, Toni Capuozzo, finito nel mirino per le sue controverse affermazioni sull'eccidio di Bucha. Il giornalista e inviato di guerra ha infatti avanzato dei dubbi su quanto accaduto, sostenendo che alcune cose, soprattutto nelle tempistiche, non tornassero. Come detto, una presa di posizione controversa che gli è valsa parecchie critiche e attacchi.

 

E sulla vicenda, Toni Capuozzo è tornato in un lungo post su Facebook, in cui spiega meglio la sua posizione, spiegando di non essere affatto "filo-Putin" ed interrogandosi sul caso che lo ha coinvolto. Ma nel medesimo post - dal titolo: "Credere, obbedire, combattere" - Capuozzo muove da una riflessione che esula dalla vicenda di Bucha e, semmai la introduce. Una riflessione toccante, un aneddoto, un'immagine che più di altre lo ha colpito.

 

"Se provo a distogliermi dalla certezza dell'orrore, la cosa che mi fa male non sono gli insulti, ma certe piccole notizie - premette Capuozzo -. A Nikolajevka, oblast russo al confine ucraino, qualcuno ha vergato una Z – simbolo dell’aggressione russa – sul ponte costruito dagli alpini, che ritornano nei luoghi della ritirata facendo del bene. Chi avesse visto lapidi e celebrazioni sa che i russi, parlando dell’invasione subita nella seconda guerra mondiale, scrivono sempre i tedeschi e i fascisti, mai gli italiani, come a salvare un affetto che ci assolve. Evidentemente, si avvia a non essere più cosi: risentimenti, sanzioni, espulsioni, la china della guerra. Già, gli insulti di chi combatte da casa", conclude Toni Capuozzo l'introduzione, con una chiara frecciata a chi lo ha criticato in modo così aspro.

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