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PiazzaPulita, Paolo Mieli e il sospetto su orchi ed orrore: "Mariupol, quello che forse non sapremo mai"

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La città più devastata dalla guerra in Ucraina è per certo Mariupol: restano solo macerie. Ma gli orrori commessi in quella città ancora non sono del tutto visibili. Questo, in buona sostanza, il ragionamento di Paolo Mieli a PiazzaPulita, il programma condotto da Corrado Formigli su La7, la puntata è quella di giovedì 7 aprile.

"L'informazione sta funzionando come non mai - premette Mieli introducendo il suo ragionamento -. Nel senso che come avete detto prima voi c'è un esercito mondiale di giornalisti che però può muoversi con relativa libertà nella zona presidiata dagli ucraini e non può muoversi con altrettanta libertà nella zona presidiata dai russi", sottolinea.

 

Dunque, aggiunge: "Su Mariupol vorrei correggervi su un punto: si vedrà quando si potrà andare a scavare. È una città martire che resterà simbolo di questa guerra. E quando la fate facile dicendo di fare un cessate il fuoco, non capisco: Mariupol rimane nella zona dove possiamo andare o rimane nelle mani dei russi?", si interroga.

 

"Ora Mariupol è ancora martirizzata e continuerà ad esserlo, ma quando ci sarà il cessate il fuoco, la storia è delicata: chi rimane nelle mani degli orchi e chi rimane nella zona dove ci sono sì le contraddizioni della guerra ma dove tutti possono andare a vedere? Se Mariupol rimane nelle mani degli orchi, non lo sapremo mai - sottolinea lo storico -. Continueremo a pensare che sì, nel teatro c'erano sotto centinaia di persone, ma non sapremo mai la verità. Siccome conosco le guerre, è ovvio che prima della fine della guerra casi manipolati emergeranno, non esistono guerre in cui non ci sono state manipolazione. Ma tutto ciò non toglierà nulla al senso: quello che sta accadendo lì, nella sostanza si vede", conclude Paolo Mieli.

Paolo Mieli su Mariupol a PiazzaPulita: qui il video

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