Cerca
Logo
Cerca
+

Doha Zaghi, la "dominatrice" di Calenda confessa: "Chi è il senatore tra i miei clienti", qui crolla il Parlamento

Hoara Borselli
  • a
  • a
  • a

È un caso politico la candidatura a Como di Doha Zaghi, la mistress, in arte Lady Demonique. Doha è una performer che non disdegna il "fetish". Una dominatrice di professione. E ora è candidata nella lista di Azione, movimento di Carlo Calenda che in un tweet scrive: «Direi che non ci sono i presupposti». Calenda vorrebbe cancellarla dalla lista. Abbiamo parlato con lei.

Doha, in cosa consiste il suo lavoro?
«Nella realizzazione di video a sfondo sessuale e non esclude rapporti sessuali ordinari».

Mi hanno detto che tra i servizi che offre c'è anche la blasfemia. È vero?
«Io monetizzo le bestemmie. C'è tanta gente che bestemmia gratuitamente, perché non guadagnarci?».

In pratica gli utenti la pagano e si eccitano sentendo lei che bestemmia: esatto?
«C'è chi vuole sentire soltanto le bestemmie. Mi chiedono poi moltissimo i giochi di ruolo tipo maestra-alunno, direttrice di banca-cliente».

Qual è la richiesta maggiore che le viene rivolta?
«La cosa più ricorrente è il gioco con la madre: io devo fingere di essere la madre che punisce il figlio. Ci sono poi diverse categorie di schiavi. Ci sono schiavi che vivono la loro dimensione solo da un punto di vista virtuale, guardando video o tramite webcam o facendo telefonate di umiliazione. Poi quelli che chiedono l'esperienza reale, e io ho uno studio con tutte le attrezzature e ricevo. Questa è la mia professione».

 

 

Da quanto la svolge?
«Sono sei anni».

E prima cosa faceva?
«Prima lavoravo come commessa e promoter».

Come le è nata la passione e quindi la voglia di svolgere questo lavoro?
«L'indole dominante l'ho sempre avuta, sono una persona decisa, che comanda. Poi tutto è nato casualmente. Una persona mi chiese, ed ero per strada, se poteva leccare i miei tacchi, in cambio mi avrebbe portato a fare shopping. Ho pensato: perché non trasformare questo gioco anche in una fonte di profitto? Perché a me piace molto quello che faccio».

Chi si rivolge a lei?
«La maggior parte sono persone sposate o fidanzate e che apparentemente hanno una vita normalissima. Persone di classe sociale alta. L'operaio che si spacca la schiena tutto ha in mente tranne il pensiero di venire a leccarmi i piedi. E non ha i soldi per pagarmi».

Come nasce questa sua passione per la politica?
«Ho sempre guardato i programmi di politica in televisione. Mi sono appassionata guardando Lilly Gruber quando faceva i servizi di guerra. Seguivo Michele Santoro. La politica mi ha sempre appassionata. Ho iniziato a farla dai tempi del liceo, sono stata rappresentante d'istituto, ho lavorato con il Pd a Carpi, anche alla festa dell'Unità, e poi con Rifondazione comunista e i Verdi».

Quindi si è sempre sentita vicina alla sinistra e ai valori democratici?
«Mi riconosco in tutte le battaglie dei diritti civili. Già da bambina mi chiedevo come mai non potessi portare il cognome di mia madre».

Si riconosce nelle battaglie delle femministe, però ad esempio le femministe di oggi parlano di sfruttamento e mercificazione del corpo della donna come qualcosa di assolutamente negativo...
«Non sono d'accordo. La donna deve essere libera di poter fare tutto ciò che vuole. Se io decido di oggettivizzare il mio corpo consapevolmente, perché non posso farlo? Io la vedo proprio come una manifestazione di supremazia della donna, perché se una donna si mette in mostra ha guadagni notevoli rispetto ad un uomo».

 

 

Come nasce la sua vicinanza al partito di Calenda?
«Seguivo Calenda da quando era nel Pd e speravo che si dissociasse. La visione che Calenda ha dello Stato, visto come un'azienda, mi piace. Calenda è una persona pragmatica quanto lo sono io».

E la sua candidatura nel partito di Azione?
«L'anno scorso ho aiutato un amico che era candidato comunale a Milano nella lista civica di Sala. Lui non è riuscito a essere eletto e adesso lavora all'assessorato al Turismo. Si chiama Stefano Buccello. Poi quest' anno ho deciso di scendere in prima persona in politica. Un mese dopo le elezioni di Milano ho contattato la pagina di Azione, a Como, e ho chiesto loro di poterli incontrare. Come prima persona ho incontrato Fulvio Martello, successivamente abbiamo fatto videocall con gli altri della provincia di Como. Immagino che quando una persona si presenta, dichiarando la sua volontà a candidarsi, i responsabili vorranno conoscere il suo profilo».

Le hanno rivolto domande sulla professione che svolge?
«Io ho raccontato tutto e tutti erano a conoscenza di quello che faccio».

Non le hanno mai mostrato alcun tipo di pregiudizio rispetto alla sua professione?
«Senza alcun tipo di pregiudizio mi hanno candidato in una lista che si chiama "Agenda Como 2030" dove c'è anche Italia Viva, Più Europa, gli Indipendenti e Volt. Il referente di questa lista è Andrea Luppi».

Nessuno ha sollevato il fatto che questa sua professione avrebbe potuto creare dei problemi?
«Mi avevano detto che probabilmente questo avrebbe dato scandalo, ma sarebbe rimasto circoscritto a Como e non sarebbe mai venuto fuori a livello nazionale. Pensi che questa mattina Andrea Luppi piangeva nel chiedermi di restare e non ritirare la candidatura».

Qual è il suo cavallo di battaglia elettorale?
«Ho partecipato sia ai tavoli della cultura a Como, che a tavoli sul turismo. Ho fatto diverse proposte, tra le quali creare un punto di ascolto per i giovani, una sorta di consultorio. Ho proposto anche centri culturali dove i ragazzi possano esprimere forme d'arte».

Ha mai avuto modo di incontrare Calenda?
«Ho una foto che ci ritrae insieme. Pensavo che lui fosse a conoscenza della mia persona e di quello che faccio, invece evidentemente no».

 

 

Tra i suoi clienti ci sono persone legate al mondo della politica?
«Sì, molte».

Qual è la carica politica più alta tra i suoi clienti?
«Senatore della Repubblica (ride). È un senatore che si batte in aula contro i diritti civili per gli omosessuali e poi si fa penetrare con dei falli finti».

Ritirerà la sua candidatura dopo che Calenda ha dichiarato che il suo profilo non è idoneo?
«Io ci sto ancora pensando, non ho deciso quello che farò».

È fidanzata?
«Sto con un ragazzo da quattro anni, lui è contento della professione che svolgo».

Lei viene pagata in soldi o in regali. Qual è il dono più generoso che ha ricevuto?
«Un mio cliente sta perfezionando le pratiche per trasferirmi una sua proprietà che possiede all'estero».

Dai blog