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Natalia Poklonskaya, la bionda "traditrice" di Putin: ecco che fine le ha fatto fare lo zar

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Era soprannominata la “principessa di ferro” della Crimea, l’ucraina Natalia Poklonskaya, che è appena stata licenziata da Vladimir Putin per le sue critiche aperte alla guerra scatenata da Mosca. Nominata procuratore generale della Crimea nel 2014, la donna aveva sempre sostenuto con forza l’annessione della Crimea, ma adesso si è schierata contro l’invasione dell’Ucraina, definendola una “catastrofe”.

 

 

Inoltre la Poklonskaya ha criticato il simbolo “Z” esposto dai russi dall’inizio di questa guerra: così facendo ha rovinato la sua carriera, che era in rampa di lancio. Dopo essere stata nominata procuratore generale della Crimea a soli 33 anni, era pronta a diventare un’ambasciatrice russa. Poi però Putin ha invaso l’Ucraina e tutto è cambiato, con la donna che è tornata sui suoi passi e ha espresso tutto il suo disprezzo per la cosiddetta “operazione militare speciale” lanciata dal Cremlino. “La Z usata dai militari simboleggia dolore e tragedia”, ha dichiarato la Poklonskaya.

 

 

“La gente sta morendo - ha proseguito nella sua critica - le case e intere città vengono distrutte creando milioni di rifugiati. Corpi e anime sono mutilati. Il mio cuore sta scoppiando di dolore perché i miei due Paesi nativi si stanno uccidendo a vicenda: non è quello che volevo e non è quello che voglio”. E pensare che la Poklonskaya era diventata piuttosto popolare in Russia, dove era nota soprattutto per essersi opposta all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea.

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