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Elio Vito, il fedelissimo di Berlusconi: "Perché parlo bene di Travaglio", imbarazzo Forza Italia

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C'è un berlusconiano di ferro, storico uomo del Cav, che apprezza Marco Travaglio e pure Giuseppe Conte. Si chiama Elio Vito, e i più anzianotti lo ricorderanno giovanissimo, a cavallo tra anni Novanta e Duemila, come "azzannatore di professione" nei talk in tv contro gli avversari politici di Silvio Berlusconi, il candidato premier del centrosinistra Francesco Rutelli in testa. Sul Fatto quotidiano, Vito è protagonista di una gustosissima intervista a firma di Antonello Caporale, che lo celebra come il più "antipatico" dei forzisti poi "folgorato" da Twitter durante il lockdown. In quei mesi è nato un "nuovo" Vito.

 

 

 



Era noto come "la murena di Berlusconi": "Con me capogruppo - ricorda - FI teneva una media del 90% di presenze alla Camera. Organizzavo, sistemavo, controllavo". In tv passava per "provocatore", tanto era agguerrito nel difendere il Cav e interrompere gli interlocutori: "Madonna che bello! Non mi staccavo dall'avversario". Da ministro per i rapporti con il Parlamento sembrava freddissimo: "Ero timido, anche scontroso, anche sospettoso. Infinitamente piegato verso i doveri del mio ufficio". Nella sua "ortodossia berlusconiana", però, si è sempre scavato delle nicchie di autonomia, addirittura di dissenso. Come nella battaglia sui diritti ai gay che gli ha fatto guadagnare un pettegolezzo privato. Molti infatti hanno accennato a una sua presunta omosessualità. "Sono semplice alleato del movimento Lgbt, della moltitudine di persone che lotta per il riconoscimento dei propri diritti. È una vocazione politica, non una questione - degnissima, per carità - di identità personale".

 

 

 

 

Ora, su Twitter, è infaticabile commentatore sempre al centro di qualche polemica. "Mi piace spiazzare, spazientire, contestare, anche un po' trollare. A volte la sera a casa sul divano mi chiedo: adesso chi trollo? E rido!". Sui social appare quasi fuori linea rispetto a Forza Italia "partito anemico, chiuso, politicamente svuotato da ogni vitalità". Su Twitter, per esempio, ha bloccato i suoi compagni di partito eccellenti, Antonio Tajani (il coordinatore azzurro) e Maurizio Gasparri. E, sottolinea Vito, ha parlato bene di Conte e anche di Travaglio: "Non nego, pur di far parlare di me. Adesso c'è curiosità per le cose che dico". E parla spesso male di colleghi del centrodestra: "E dai, destra retrograda. Io sono antifascista. Come Bossi". Il 13 luglio dovrebbe essere il giorno dell'addio al Parlamento dopo 30 anni, visto che si è dimesso da deputato e Montecitorio dovrà votare se accettare le dimissioni o meno. "Non avendo più un fico secco da dividere con Forza Italia, ho scelto di dire bye bye".

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