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Toni Capuozzo contro Mario Draghi: "E adesso stringe la mano al dittatore..."

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La guerra prosegue e a pagare il caro prezzo sono gli ucraini. Per questo al 136esimo giorno, Toni Capuozzo si sfoga attaccando prima tutto l'Occidente, poi Mario Draghi. Il motivo? L'abitudine. "L'Occidente adesso fa il democratico e dice 'È Kiev che deve decidere', è l’Occidente che non sa più che fare, e perfino le armi, sempre più armi, sembrano il mantra di un gruppo di monaci incantati e distanti dal mondo. Come si può vincere? Cosa vuol dire vincere? Come si può almeno non perdere?".

 

 

Domande che il giornalista, ex vicedirettore del Tg5 non può non rivolgere al premier: "Buongiorno, mister Draghi, Lei aveva detto 'Putin deve perdere', no? Come? È vero, esattamente come Draghi un tempo aveva definito Erdogan un dittatore e adesso gli stringe la mano sul feretro delle invasioni in Siria e dei diritti dei curdi". Per Capuozzo, che pubblica un lungo e al vetriolo post su Facebook, "quelli che un tempo ci avevano spiegato che la Russia stava esaurendo le scorte, che Putin aveva mesi di vita, adesso si dedicano solo alla cronaca della cronica guerra". Sì, ma "solo a metà". E Draghi, che con la Nato ha accettato di "consegnare" a Recep Erdogan i curdi perseguitati, non è da meno.

 

 

A pagarne il caro prezzo sono dunque quei civili che muoiono tutti i giorni sotto i bombardamenti di quelle che il giornalista definisce "città che ucraine non vogliono più esserlo". Da qui la più amara delle conclusioni: "Tutto può cambiare, le guerre non vanno avanti per inerzia. Ma cronici come malattie sono solo certi conflitti avvitati nel mappamondo. Questa può solo finire presto e male -Ucraina a pezzi- o andare avanti e peggio". 

 

 

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