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Fratelli Bianchi, "con chi erano in contatto": l'intercettazione che cambia il quadro

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Emergono nuovi dettagli sui fratelli Bianchi. Marco e Gabriele, appena condannati all'ergastolo per l'omicidio del 20enne Willy Monteiro Duarte, erano in contatto con diversi ambienti criminali. Lo dimostra Elvis Demce, uno dei nomi più temuti della malavita di Roma. È lui, albanese di origine, a parlare dei fratelli ora in carcere. 

 

 

Intercettato (anche lui è dietro le sbarre con l'accusa di traffico di stupefacenti), il 36enne diceva al sodale: "E vedi mpò chi so 'ste spie di me*** che spacciavano a casa nostra". Una frase che fa pensare ai carabinieri del Reparto Operativo "Nucleo investigativo" che Demce stesse rivendicando la piazza di spaccio della zona di Velletri e dei Castelli Romani. Proprio in quella zona i Bianchi, secondo il pm antimafia Francesco Cascini e Mario Palazzi, avrebbero allargato i loro affari. E ancora, è la valutazione della banda di Demce: "Mamma mia, so quei due down che hanno fatto i danni a colori co quel ragazzino che hanno ammazzato". Ma non finisce qui, nelle trascrizioni si legge anche: "Sti cessi infami, hai visto che foto fa coatti?". Insomma, i fratelli Bianchi non sarebbero solo due violenti.

 

 

Nonostante le intercettazioni parlino chiaro su di loro, sia Marco che Gabriele risultano nullatenenti e per questo non verseranno un centesimo alla famiglia di Willy. Ai parenti non resta dunque che tentare di rivolgersi alla Corte europea, chiedendo un risarcimento allo Stato italiano. A maggior ragione visto che sui social prima dell'arresto, i fratelli non facevano che pubblicare la loro vita all'insegna del lusso: dall'hotel, alle barche fino alle moto potenti. 

 

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