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Luigi Di Maio, "occhio a come lo guarda": beccato così in aula, che imbarazzo

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Mattinata impegnativa per Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri e leader di Insieme per il futuro, gruppo nato dalla scissione dal Movimento 5 Stelle, è seduto alla destra di Mario Draghi a Palazzo Madama. Mentre il premier riferisce in aula sulla crisi di governo, l'ex grillino lo ascolta attento con sguardo tra il sognante e l'ammirante, osservandolo dal basso verso l'alto. Un déjà-vu, sottolinea Dagospia, che perfidamente ripropone una scena datata 2018.

 

 

 

Allora il premier era Giuseppe Conte (erano i tempi eroici del governo gialloverde M5s-Lega), proprio quel Conte che Draghi ha bastonato (senza mai nominarlo) nel suo discorso. Di Maio lo ascoltava con lo stesso sorriso estasiato. E Dagospia infierisce: "Trovatevi qualcuno che vi guardi come Di Maio guarda il presidente del consiglio in carica. Dallo sguardo d'amore per Conte a quello per Draghi, la passione di Luigino per il potere non cambia mai...". 

 

 

 

 

In contemporanea, da Mosca, arriva un'altra botta alla figura istituzionale di Di Maio. "Il ministro degli Esteri italiano continua a cercare all'esterno le cause dei problemi politici interni dell'Italia. Non c'è niente di nuovo in questo: rappresentanti di altri Paesi occidentali hanno ripetutamente cercato di utilizzare tali metodi quando non c'era nessuno da incolpare per i propri fallimenti sullo sfondo del crescente malcontento della popolazione". Parole, velenose, della ben nota portavoce del ministro degli Esteri russo Lavrov, la polemica Maria Zakharova. Di Maio aveva detto che in caso di crisi di Draghi a festeggiare sarebbe stato il Cremlino. "Noi stessi siamo storditi dal potere della diplomazia russa, come si evince dai resoconti dei media italiani", ha scritto Zakharova su Telgram, "stiamo scoprendo che i nostri ambasciatori sono in grado cambiare i governi con un paio di chiamate".

 

 

 

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