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Controcorrente, Sgarbi e il guaio della Meloni: "Un candidato non nominabile"

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E dopo la crisi di governo, ora che inizia la campagna elettorale... che cosa cambia nel panorama politico italiano? A fare il punto, ospite in collegamento con Controcorrente, il programma di Rete 4, ci pensa Vittorio Sgarbi, uno che la politica la maneggia con estrema disinvoltura.

 

E il critico d'arte parta da una premessa chiara, ossia che in questo momento "Si accentua e si stabilisce in modo inequivocabile il bipolarismo. Non c'è spazio per nessuno che si mette in mezzo. Quelli che si mettono in mezzo sono tre dei quattro blocchi del M5s. Non sono centristi, si mettono in mezzo perché non possono allearsi con nessuno. Sono il gruppo di Gianluigi Paragone, quello di Alternativa c'è e quello di Conte. Non so quanto valgano, poco, ma andranno ognuno da solo, neppure alleati tra loro", sottolinea Sgarbi, che dunque esclude senza indugi dalla sfera della rilevanza tre aree politiche.

"Poi c'è un grande centro che si divide in due componenti: il centro del centrodestra e il centro del centrosinistra. Quello del centrodestra sta vivendo una grande antinomia, una contraddizione: sono stati i più grandi sostenitori di Draghi ma, astenendosi, hanno imposto a Draghi di andarsene. A questo punto si trovano senza un leader di riferimento se non Giorgia Meloni. Quindi c'è un candidato non nominabile, ma dall'altra parte c'è un candidato non-candidato, che non si candida, ma che verrà indicato da tutti", ovvero Mario Draghi, conclude Vittorio Sgarbi.

 

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