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Controcorrente, Sorgi spiega: così Calenda ha fregato Letta, il punto decisivo

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Alla fine di una lunga e a tratti ridicola telenovela, patto fu: Carlo Calenda e Azione gettano la maschera e stringono l'intesa con Enrico Letta e Pd. Un'intesa che pone molti paletti per quel che riguarda i collegi uninominali. Tra i diversi veti a partiti e figure, anche quello di candidare i leader di partito, misura voluta proprio da Calenda.

E a fare il punto sull'accordo raggiunto nel pomeriggio di oggi, martedì 2 agosto, ci pensa Marcello Sorgi, notista politico de La Stampa, ospite a Controcorrente, il tak-show di approfondimento politico condotto da Veronica Gentili su Rete 4. E Sorgi spiega come in una certa misura Calenda abbia "gabbato" Letta. E viceversa.

 

"Un leader di partito piccolo non è mai felice di essere candidato nel collegio uninominale, poiché sapendo di poter contare su pochi voti non è mai sicuro di essere eletto. Mentre se gli danno un buon posto al proporzionale è sicuro di essere eletto. Certi partiti, per esempio quello di Nicola Fratoianni, le chiamano candidatura di servizio: se vai all'uninominale, ci vai per tenere alta la bandiera ma sapendo che non sarai eletto. Quello non sarà un problema", spiega riferendosi al divieto di candidare leader di partito in quei collegi. Una misura tutta a favore del leader di Azione.

 

"Poi ci sono tutte le affermazioni: nucleare, l'agenda Draghi, l'Ucraina - riprende Sorgi citando i vaghi impegni citati nel corso della conferenza stampa successiva all'accordo -. Ma lì Letta secondo me ha guidato in quanto Letta: e allora io assicuro l'elezione di un piccolo drappello dei vostri. Lo chiama diritto di tribuna", conclude Sorgi. Insomma, l'intesa programmatica, di fatto, non esiste.

 

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