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Giorgia Meloni, il figlio della Segre: "Mio padre non era con l'Msi", cosa non torna

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Non si spengono le polemiche dopo le parole della senatrice a vita Liliana Segre che ha chiesto a Giorgia Meloni di rimuovere la fiamma dal simbolo di Fratelli d'Italia. Una richiesta che ha fatto parecchio discutere. Ma a intervenire nella polemica è stato il figlio della Segre che ha negato il coinvolgimento del padre nel Movimento Sociale di Almirante dopo che Libero aveva ricordato la sua candidatura proprio con il Movimento Sociale italiano. In un'intervista al Fatto, il figlio della Segre ha affermato: "Questa storia fa ridere, la tirano fuori ciclicamente per colpire mia madre, ma non regge a livello di logica: fu proprio lei a raccontare che quel fatto mise in crisi il matrimonio e le cose tornarono a posto perché mio padre abbandonò la carriera politica".

 

 

 

 

E ancora: "Mio padre era un antifascista, dopo l’8 settembre 1943, da ufficiale dell’esercito, rifiutò di aderire alla Rsi e si fece due anni di campo di concentramento. Negli Anni 70, ingenuamente secondo me, aderì a un’iniziativa di cui oggi si è persa memoria che si chiamava 'costituente di destra', un’idea di Almirante per coinvolgere ambienti della destra liberale e sdoganare il Msi. Parteciparono liberali, democristiani, monarchici, perfino qualche ex partigiano (...). Un’adesione che non fu senza conseguenze. Lo raccontò mia madre da Fabio Fazio due anni fa, davanti a milioni di telespettatori. Quella scelta mise in crisi il loro matrimonio, la rottura rientrò quando mio padre tornò sui suoi passi scegliendo una volta in più sua moglie. Eppure, due anni dopo, riecco la storia del 'marito missino' usata per zittire Liliana Segre. Una cosa ridicola. Mio padre non lo è mai stato. E se lo fosse diventato, difficilmente sarebbe stato ancora il marito di Liliana".

 

 

 

Ma ilSecolo ha pubblicato le liste in cui sarebbe stato candidato il marito della Segre: alle elezioni del 3 e 4 giugno 1979, Belli Paci era sesto in lista nella Circoscrizione Milano-Pavia. Insomma il caso non è affatto chiuso. 

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