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Enrico Mentana inchioda Letta: "La sindrome del Pd"

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Di campagne elettorali Enrico Mentana ne ha viste parecchie in carriera, ma brutta come questa proprio mai. Salito sul palco della festa del Fatto quotidiano a Roma, il direttore del TgLa7 non nasconde la sua delusione, soprattutto nei confronti delle forze del centrosinistra.

 

 

 

"Ritengo che essersi presentati divisi quasi rinunciando alla partita sia una responsabilità gravissima nei confronti di un elettorato che non meritava questo. Enrico Letta ce lo dovrà spiegare". Secondo il direttore, nel Pd c'è "la sindrome del 'tanto al governo ci andiamo lo stesso'". Come dargli torto: i dem, arrivati al governo nel 2011 sostenendo Mario Monti e il suo governo dei professori, sono rimasti a Palazzo Chigi di riffa e di raffa fino a oggi: prima con Letta, grazie alla "non vittoria" di Bersani nel 2013, poi con Matteo Renzi e il suo "Enrico stai sereno", infine con Paolo Gentiloni a chiudere la scorsa legislatura. Dopo la parentesi gialloverde tra 2018 e 2019, ecco l'avventura senza troppi pudori nel Conte 2, a fianco dei nemici del Movimento 5 Stelle (quelli del "mai con il partito di Bibbiano", copyright Luigi Di Maio oggi, guarda un po', alleato e candidato nel listone di Letta) e la nuova chiamata alle armi del governo di unità nazionale, con Mario Draghi premier. 

 

 

 

 

Al dibattito sono intervenuti anche Paolo Del Debbio e Bianca Berlinguer. Per il conduttore di Dritto e rovescio, su Rete 4, "i programmi (dei partiti, ndr) sono programmucci che non si reggono in piedi". Forse perché, sotto sotto, tutti sanno che basta un evento globale (ieri Covid e guerra in Ucraina, domani recessione, emergenza climatica e crisi energetica) per stravolgere piani e promesse elettorali. La Berlinguer, padrona di casa di CartaBianca, taglia corto: "È la peggiore campagna elettorale che abbia mai visto. Intanto è già quasi finita. Ma soprattutto è poco partecipata, meno vissuta rispetto alle precedenti".

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