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Quarta Repubblica, Rampini e la minaccia-Usa: "Chi sarà ostile alla Meloni"

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Vince Giorgia Meloni, vince il centrodestra. Ora il tempo delle analisi, delle riflessioni, dei progetti, delle recriminazioni di chi ha perso. Cosa sarà? Che governo sarà? La partita, quella vera, si apre soltanto adesso. E tutti questi temi sono ovviamente al centro della puntata di Quarta Repubblica in onda lunedì 26 settembre su Rete 4. Da Nicola Porro, tra i molti ospiti, ecco anche Federico Rampini, la firma del Corriere della Sera ed esperto di geopolitica internazionale, di Stati Uniti e Cina.

Fari puntati su Washington, sugli Usa, su Joe Biden. La prima battuta di Rampini riguarda la reazione del governo a stelle e strisce alla vittoria di Fratelli d'Italia, affidata a una nota di Anthony Blinken: gli Stati Uniti si sono detti "ansiosi" di iniziare a lavorare con il nuovo governo e hanno celebrato la "vera democrazia" italiana.

 

"Quando l’amministrazione Biden si è espressa oggi l’ha fatto con molta sobrietà, Joe Biden avrebbe preferito una vittoria del Pd, ma l’importante è che la Meloni sia coerente con ciò che ha promesso", sottolinea Rampini con un riferimento alle molte volte in cui la leader FdI ha professato il suo innegabile atlantismo e ha ribadito il suo supporto all'Ucraina nel difendersi dall'invasione della Russia di Vladimir Putin.

 

Però, Rampini, avverte la Meloni del fatto che, con discreta approssimazione, i media Usa saranno piuttosto ostili con lei. Il tutto per una convergenza di valori tra FdI e i conservatori americani, che da un punto di vista mediatico, al di là dell'Oceano, sono in netta minoranza: "Dio Patria e Famiglia sono i valori dei conservatori americani. Il mondo dei media americani sta nel campo progressista e saranno ostili alla Meloni ma quello che conta di più è il rapporto con l’amministrazione", avverte e conclude Federico Rampini.

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