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Meloni, questa foto in prima : porcheria sul giornale di De Benedetti

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Ci sono tre quotidiani che, più di tutti gli altri, dopo la vittoria del centrodestra e di Giorgia Meloni alle elezioni hanno alzato, brutalmente, il livello della loro offensiva, già altissima in campagna elettorale. Si tratta di Repubblica, La Stampa e Domani. I primi due si sono fatti smentire, oggi e alla vigilia, per dei virgolettati attribuiti rispettivamente a Matteo Salvini dal quotidiano diretto da Maurizio Molinari e alla Meloni da quello di Massimo Giannini. Secondo Repubblica, Matteo ricatterebbe Giorgia: "O il Viminale o solo l'appoggio esterno". Per la Stampa, la Meloni avrebbe detto: "Salvini? Non lo voglio, troppo vicino a Vladimir Putin". Menzogne subito smentite.

 

Poi c'è anche Domani, il quotidiano diretto da Stefano Feltri e il cui editore è Carlo De Benedetti. Vedremo dove si spingerà nella battaglia dei virgolettati, per ora si è limitato ad altre perle. Dopo aver sbandierato il rischio fascismo-ventennio-democratura per tutta la campagna elettorale, ecco che dopo il voto si è speso in una surreale analisi dei flussi elettorali. E cosa hanno scoperto? Presto detto: che la destra ha vinto grazie ai campagnoli.

 

Già, nella copia di Domani del 27 settembre, infatti, ecco un approfondimento sui nuovi collegi, più estesi, rispetto alle politiche del 2008. La tesi del quotidiano era semplice: impossibile per la sinistra vincere poiché nei nuovi collegi c'è troppa periferia. Insomma, troppo potere alla plebe.

Ma ora veniamo all'ultima "perla" che ci consegna il quotidiano dell'Ingegnere. Nel dettaglio, si tratta della prima pagina della copia di oggi, giovedì 29 settembre. Una foto, la foto di prima pagina. Uno scatto sopra al quale campeggia un titolo normale: "I nomi e le trattative segrete del governo Meloni". E fin qui, va bene. Che c'è di strano? Di strana c'è proprio la fotografia selezionata con cura dal Domani: ecco un primo piano di Giorgia Meloni all'interno di una macchina in cui la leader di FdI assume un'espressione stralunata con la complicità del gioco di luce. Una smorfia a cui ritengono di dover dare il massimo risalto. Traetene le conclusioni che volete.

 

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