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DiMartedì, Hitler e bombe: Santoro fuori controllo, cosa è successo

Michele Santoro

Claudio Brigliadori
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Altro che Django. Qua il vero "unchained" è Michele Santoro, più scatenato che mai in studio da Floris. Zio Michele, vero animale televisivo, mette a ferro e fuoco DiMartedì riuscendo pure a mandare su tutte le furie il pacato Corrado Augias.

L'inizio è roboante, con un excursus storico da brividi sul Nazismo, «nato nelle birrerie di Monaco. Hitler andava a parlare in quelle birrerie e i socialisti andavano a contestarlo, mandavano gli operai per disturbarlo. Che succedeva? L'oratore socialista interveniva e nessuno ci capiva niente. Poi parlavano i nazisti, con un linguaggio diretto alle orecchie di chi li ascoltava. Ecco il motivo per cui quelli che erano andati a menargli finivano per applaudirli». «Sta succedendo qualcosa del genere in Italia?», domanda Floris. «Beh, io non so se la Meloni ha le stesse capacità di Hitler, a me non sembra...». Gelo in studio, con Floris che balbetta in evidente difficoltà: «Beh, speriamo pure».

 

«Sì, da questo punto di vista possiamo stare più tranquilli, è più alla nostra portata. Con lei ce la possiamo fare e non ci spaventa tanto». Mai dire mai, comunque.

Intellettualmente, però, l'ex Mister AnnoZero si conferma più vicino alla politica di pancia che a quella dei burocrati. «Io tutti questi prodigi fatti dai tecnici da 11 anni a questa parte nel nostro Paese, non li vedo. Se uno va a farsi una tac in un ospedale pubblico, i tempi di attesa non sono migliorati. Se uno va in un ospedale in Calabria, la situazione è rimasta quella di prima». E Augias, compagno di tante lotte rosse in Rai, si spazientisce: «Ma che c'entra, Santoro? Le Regioni hanno la gestione diretta della sanità, perché la tiri fuori? Cosa c'entra con Draghi?». Michele lo interrompe, Augias esplode: «Fammi finire!». Tutti zitti, invece, quando Santoro manganella per bene Letta sulla guerra: «La svolta filo-atlantista del Pd è avvenuta senza nemmeno riunire un caseggiato...».

 

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