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Andrea Scanzi contro Meloni "capatrena", cala il gelo a Otto e mezzo

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"Giorgia Meloni non riesce a gestire fino in fondo la situazione". Andrea Scanzi, a Otto e mezzo, commenta il discorso alla Camera del neo-premier con una timida apertura di credito: "E' come la favola dello scorpione e della rana, fa di tutto per essere garbata e istituzionale poi si ricorda di essere scorpione e prima o poi buca la rana. Però l'ho trovata molto umana, nella sua gioia e nella emotività, e questo è positivo".

 

 



"Il discorso del mattino - prosegue la penna del Fatto quotidiano - è stato rassicurante, retrogrado, identitario, anche bolso. Ho trovato debole nel pomeriggio, quando è tornata urlatrice, la battuta che ha fatto per rivendicare di essere chiamata il presidente del Consiglio. Per fare una battuta ha detto: non è che la battaglia delle donne passa dal farsi chiamare capatrena. Bisognerebbe che qualcuno le dicesse che semmai si dice capatreno. Non è che una pilota si chiama aerea o auta".

 

Scanzi e Meloni capatrena, guarda il video di Otto e mezzo

 

 

La regia inquadra Lilli Gruber e Alessandro Giuli: sguardi perplessi, sorrisi di cortesia che si spengono nel giro di pochi secondi, un gelo che cala in studio ineluttabile. E' Giuli, dopo qualche secondo, a riportare la penna del Fatto quotidiano a terra: "Guarda che quella sulla capatrena era una battuta, lo sai benissimo anche tu".

 

 

 

Scanzi fa spallucce, anche di fronte all'evidenza, e prosegue nella sua disamina a senso unico: "Ho trovato velleitaria e priva di costrutto la pars costruens. Concretamente che farà? Altro aspetto grave: lo so che quando si parla di fascismo quelli di destra dicono 'oddio', ma se da premier parli di fascismo in aula dovresti avere toni netti. Invece, come faceva Salvini, ha usato parole vaghe. Non è che i regimi provocano simpatia o antipatia, i regimi fanno vomitare. Non mi può dire in alcun modo che lei non ha mai avuto simpatie per il regime fascista".

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