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Daniela Santanchè, Domani: "Nei conti del Twiga..."

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Usano anche il Twiga per colpire Giorgia Meloni e la sua ministra, Daniela Santanchè. Dopo aver attaccato Guido Crosetto (rimediando una querela), il direttore del Domani Stefano Feltri affida alla penna di Nello Trocchia un "reportage" sui conti del locale simbolo della movida della Versilia, di cui la neo-ministra del Turismo è socia storica in tandem con l'amico imprenditore Flavio Briatore. Proprio per la sua esperienza nel settore, la senatrice di Fratelli d'Italia a sinistra è stata subito sprezzantemente ribattezzata "la ministra del Twiga" e dipinta come un pupazzo nelle mani dei balneari. 

 

 

 

Dopo che la Santanchè ha chiarito di non aver intenzione di cedere le sue quote societarie, ecco però partire l'attacco in grande stile del giornale edito da Carlo De Benedetti, che dedica alla Pitonessa la foto di prima pagina con un titolo che è tutto un programma: "Nei bilanci del Twiga c'è l'Italia che piace alla destra". Dentro, a pagina 3, si spiega tutto: la creatura di Santanchè e Briatore "racconta cosa significano gli interessi e come rischiano di entrare in conflitto con gli incarichi istituzionali, ma racconta anche le fatiche di fare impresa in Italia e quello stato 'impiccione' che, secondo la destra, disturba chi lavora".

 

 

 

 

Dopo aver scavato nei registri contabili della società, assicura Trocchia, ecco spuntare "aiuti dallo stato, libertà d'impresa e pace fiscale". Alla Santanchè, che pure ha annunciato che non avrà le deleghe dei balneari (basterebbe questo per allontanare le accuse di conflitto d'interessi, ma tant'è), viene anche contestato il fatto di aver usato il locale di Forte dei Marmi come sfondo per le sue partecipazioni televisive in cui contestava le politiche del governo italiano e dell'Unione europea contro il settore oppure attaccava il reddito di cittadinanza. Non è chiaro dove sia lo scandalo, ma tutto fa brodo.

 

 

 

 

Semmai, il fatto che la Santanchè sia fosse esposta mediaticamente contro i governi di centrosinistra da cui la società di cui è azionista di minoranza ha ricevuto sussidi dovrebbe testimoniare quanto la sua battaglia fosse ideologica, non di facciata o per sola convenienza. Nel dettaglio, i proprietari del Twiga a fronte della pandemia Covid hanno ricevuto dallo Stato "141mila euro di contributi a fondo perduto (ristori), 9mila euro di contributi per la sanificazione e acquisto mascherine, 14mila euro di contributi per canoni di locazione, 3.748 euro per acquisto di beni strumentali e primo acconto Irap di 12.983 euro non dovuto grazie al decreto Rilancio. In tutto 180mila euro dal governo dei balletti".

 

 

 

Uno scandalo, per il Domani. Che non ricorda come le proteste della Santachè erano legate ai ristori minimi e in ritardo rispetto alle esigenze di un settore allo stremo dopo mesi di tira-e-molla su aperture, chiusure, lockdown e limitazioni. Forse, avrebbe dovuto semplicemente incassare (poco), tacere. E, magari, chiudere.

 

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