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Soumahoro, Sallusti affonda L'Espresso: "La copertina corretta"

Alessandro Sallusti
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Nel giugno 2018 L'Espresso, organo ufficiale dei picchiatori mediatici, fece una copertina affiancando la foto di Soumahoro, allora astro nascente della sinistra, a quella di Salvini, allora ministro degli Interni. Il titolo era: "Uomini e no", ovviamente con la parola "uomini" sotto l'immigrato vip e il "no" appiccicato al leader della Lega. Sono passati quattro anni e siccome il tempo è galantuomo oggi possiamo sostenere con ragionevole certezza che quella copertina aveva sì un senso ma a parti inverse: a sfruttare e umiliare gli immigrati, cioè nei codici dell'Espresso il "non uomo", era Soumahoro, la sua famiglia e il suo mondo mentre "l'uomo" era Salvini che con la sua politica di controllo dei flussi ha salvato - lo dicono i numeri - centinaia di immigrati da morte certa scoraggiandone la partenza verso l'Italia e altrettanti ancora oggi ne soccorre e salva in mare.

 

 

Sapendo che L'Espresso non lo farà mai pubblichiamo noi oggi la copertina riparatrice, ma non per gioco. La questione infatti è molto seria e riguarda l'ostinazione della sinistra e dei suoi cantori a non voler riscrivere la storia, e neanche la cronaca, neppure di fronte all'evidenza dei fatti. Per certi versi li capisco: farlo significherebbe ammettere che il comunismo è stato ed è una tragedia da qualsiasi parte uno giri la questione e che ancora oggi le sue ricette politiche e sociali - vedi quella sull'immigrazione - sono totalmente fallimentari. Soumahoro non è un corpo estraneo alla sinistra, un incidente di percorso come si dice in gergo.

 

 

No, Soumahoro con le sue ambiguità, furbizie e con la sua ipocrisia è la sinistra, magari un utile idiota della sinistra salottiera alla quale, diciamocelo con franchezza, gli immigrati fanno schifo, ma pur sempre pedina di quella scacchiera su cui poi i Saviano fanno milioni e di decine di giornalisti - tra i quali l'allora direttore de L'Espresso Marco Damilano, oggi star di Rai3 - campano alla grande. Fate pure, noi ci teniamo stretto con orgoglio "l'uomo" Matteo Salvini, che lui, a differenza di chi lo odia e prova a farlo passare per razzista, agli immigrati non ha mai torto un capello.

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