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Franco Coppi, il dramma segreto: "Stavo per mollare tutto"

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"Dopo l'esito del processo di Avetrana celebrato nei confronti di Sabrina Misseri e della sua anziana madre Cosima, ho sentito assai forte la tentazione di abbandonare tutto ciò che fino a quel momento aveva costituito, con l'Università, la ragione della mia vita". A parlare così è l'avvocato Franco Coppi, difensore di Sabrina e Cosima, nella prefazione del libro inchiesta "Il delitto di Avetrana" di Rino Casazza, in cui si prova a far luce su uno dei casi più spinosi della cronaca giudiziaria italiana. Il legale, che in passato ha difeso anche Silvio Berlusconi e Giulio Andreotti, in un'intervista a Il Giornale rincara la dose. "La successione ininterrotta di errori, pregiudizi, falsità e di incomprensibili sentenze di condanna avevano generato uno sconforto, uno smarrimento e quasi la paura dell'inutilità e della vanità dell'opera della difesa, mai prima provati tanto intensi e così forti da spingermi all'abbandono".

 

 

"Ho vinto processi che pensavo di perdere e viceversa. Sono così convinto dell'innocenza di queste due malcapitate che questo processo mi colpisce così dolorosamente per le pressioni mediatiche che hanno portato a una sentenza ingiusta, che non coglie la verità. È vero, la voglia di mandare tutto a quel paese è stata molto forte", spiega il legale, che ha sempre creduto nell'innocenza delle sue condannate all'ergastolo. Ma Coppi va oltre, e prova a tracciare un quadro generale sull'attuale riforma della giustizia a firma Cartabia. "Dopo più di 50 anni passati nei tribunali vedo con preoccupazione il futuro dell'avvocatura, che mi sembra molto sacrificato rispetto ai diritti della difesa in Appello e in Cassazione. Non credo possa contare su contributi significativi alle storture della giustizia, anche perché sono così tante e tali che non si può pensare di risolverli con questo tipo di provvedimento".

 

Per Coppi, dunque, la norma è da riformare in toto. "Per esempio - spiega -servirebbe la riforma dell'udienza preliminare ma non un semplice gioco di parole. Bisogna prendere atto che l'istituto è fallito. Bisogna pensare a come sostituirlo, anziché ritoccarlo". A questo punto, il pensiero non può che andare al futuro e al nuovo guardasigilli Carlo Nordio, su cui Coppi ripone grande fiducia. "È un magistrato di grandissima esperienza, so che affronterà il tema della giustizia con cognizione di causa. Posso solo augurargli buon lavoro", conclude l'avvocato.

 

 

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