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Ratzinger, la voce dalle Sacre Stanze: "Dimissioni colpa di Obama"

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Le dimissioni di Joseph Ratzinger sono ancora un mistero. Qualcosa, dopo la sua morte, è stata raccontata dal fedelissimo segretario padre Georg, eppure i dubbi rimangono. A dare una sua teoria, o meglio, a riportare una tesi circolata, è Tino Oldani. "Sul web, mi hanno incuriosito alcuni interventi, soprattutto uno basato su una testimonianza personale. Mi riferisco al generale in pensione Piero Laporta, che sul proprio sito e su Stilum Curiae dell'ex vaticanista Marco Tosatti ha postato il 3 gennaio un articolo intitolato: 'La cerchia romana (e Usa) che voleva far dimettere Benedetto'", scrive sulle colonne di Italia Oggi. 

 

 

Qui Oldani riporta la testimonianza di Laporta e il racconto di "un emissario di primo piano del governo Usa, con le mani in pasta nella finanza (dove è ancora) e nella politica italiana, e un personaggio dei piani alti della National Security Agency (Nsa) che andava vantandosi delle dimissioni alle quali presto sarebbe stato costretto Benedetto XVI, mentre scorrevano le prime settimane del suo pontificato. Lo fece con disinvoltura e protervia, dalla quale trapelò il disegno persino al di sopra della sua pur potentissima organizzazione". Insomma, dietro le dimissioni di Benedetto XVI ci sarebbe "un diavolo americano". Il motivo? "Peter Seewald, autore di 'Benedetto XVI. Una vita', ha rivelato per la prima volta alcuni giudizi di Ratzinger su leader politici mondiali. Si scoprì così che Barack Obama, presidente Usa dal 2009 al 2017, aveva lanciato e portato avanti idee che il papa 'non poteva condividere'".

 

 

Altrettanto sospetto quando accadde al sistema Swift, lo stesso che regola le transazioni di 10.500 banche nel mondo, distribuite in 215 paesi. "Nei giorni che precedettero le dimissioni di Benedetto XVI nel febbraio 2013, tutte le transazioni della banca del Vaticano, lo Ior, furono bloccate". In sostanza, "è evidente che Swift è intervenuto direttamente nella direzione degli affari della Chiesa". Più in particolare - si legge - "con l'esclusione dal circuito Swift, la banca del Vaticano non poteva più vendere né comprare, di fatto veniva trattata alla stregua delle banche degli stati canaglia (vedi Iran). Un blocco deciso dopo che nel marzo 2012 il Dipartimento di Stato Usa (presidente Obama, con Hillary Clinton alla guida del Dipartimento) aveva inserito il Vaticano tra i paesi suscettibili di monitoraggio per il riciclaggio di denaro. Blocco che, come per miracolo, è stato tolto subito dopo l'annuncio delle dimissioni di Ratzinger". 

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