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Berlusconi come Messina Denaro, la vignetta sul Fatto

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Il Fatto quotidiano apre sull'arresto di Matteo Messina Denaro e in prima pagina campeggia la vignetta di Natangelo che paragona ancora una volta Silvio Berlusconi a un mafioso, in questo caso al super latitante catturato ieri 16 gennaio a Palermo: "Messina Denaro catturato dopo 30 anni: com'è andata davvero?", è il titolo del disegno. Quindi si vede Giorgia Meloni seduta alla sua scrivania che tuona: "Signori, mi stanno facendo a pezzi con la storia delle accise: ci serve un diversivo". E ancora: "Facciamo arrestare quel vecchio mafioso". A quel punto qualcuno le risponde: "Ma, capo... È nostro alleato al governo". E il premier: "Non quello lì! Il latitante!".

Qui la vignetta di Natangelo pubblicata su Il Fatto quotidiano

 

 

Del resto, senza neanche troppa ironia, è questa la linea del giornale diretto da Marco Travaglio. In un editoriale a firma di Massimo Fini si attacca infatti il presidente di Forza Italia: "Oggi si dice apertamente che la mafia siciliana ha goduto di ampi favori anche da parte imprenditoriale. Ebbene Silvio Berlusconi ha avuto vari contatti con la mafia, dallo stalliere mafioso Mangano chiamato ad Arcore per difenderlo proprio dalla mafia, come se in tutto lo Stivale non ci fossero stallieri un po' meno compromessi, ai rapporti con Dell'Utri, cofondatore di Forza Italia, condannato a sette anni in via definitiva per 'concorso esterno in associazione mafiosa'". E ancora, sottolinea lo scrittore: "Nella sentenza definitiva su Dell'Utri, si legge che Berlusconi finanziò regolarmente Cosa Nostra almeno fino al 1992: l'anno delle stragi di Capaci e via D'Amelio". Insomma, "fino a quando Silvio Berlusconi sarà il perno, per il momento insostituibile, della politica italiana, non ci sarà modo", conclude, "di sconfiggere la mafia".

 

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