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Messina Denaro, dietro la cattura i cellulari spenti

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Ma quali trattative segrete, la cattura di Matteo Messina Denaro è arrivata grazie agli uomini al lavoro ogni giorno. "Soltanto chi non conosce davvero la mafia può pensare a una trattativa segreta. Messina Denaro in tutti questi anni ha vissuto lontano dalla sua cerchia stretta di familiari e conoscenti - tiene a precisare Pasquale Angelosanto - Noi e la polizia abbiamo arrestato centinaia di fiancheggiatori ma abbiamo sempre avuto la certezza che utilizzassero un’attenzione maniacale negli spostamenti e negli incontri. Inoltre i nostri pedinamenti dovevano essere inevitabilmente larghi proprio per non far scattare l’allarme. E poi c’è un altro elemento che non deve essere ignorato". Il generale dei carabinieri, nonché comandante del Ros che ha arrestato il boss della mafia di Castelvetrano spiega al Corriere della Sera l'intera operazione sottolineando che ai suoi uomini ha sempre detto di non rischiare. 

 

 

Grazie alle indagini e alle intercettazioni, afferma Angelosanto, "sapevamo di quali patologie soffriva Messina Denaro e abbiamo fatto partire le verifiche. Ci eravamo insospettiti perché in determinati momenti i suoi familiari avevano comportamenti anomali. All’improvviso annullavano impegni già presi, spegnevano i telefoni, diventavano irrintracciabili e dunque abbiamo pensato che questo potesse accadere in occasione di interventi chirurgici o comunque di cure mediche particolari".

 

 

Da lì la decisione di concentrasi sui database sanitari: "Abbiamo cercato nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani la lista di chi aveva oltre 55 anni e si stesse curando". A quel punto è comparso il nome di Bonafede, la falsa identità del malavitoso. "Il 29 dicembre - conclude il comandante - Messina Denaro ha prenotato una visita per il 16 gennaio. Ci siamo preparati per intervenire. Il soggetto corrispondeva anche perché appartenente a una famiglia mafiosa vicina al padre di Matteo Messina Denaro, ma c’era un’anomalia evidente. Quando aveva l’appuntamento fissato spesso era da un’altra parte. Il suo telefonino si trovava a Campobello. E questo è successo anche lunedì scorso. Poco prima della visita il vero Andrea Bonafede era a casa sua".

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