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Alberto Zangrillo, niente mascherina? "Qualcuno mi guarda male"

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Alberto Zangrillo fa un bilancio: in questi tre anni di pandemia non abbiamo imparato tante cose. Il direttore dell'Anestesia-rianimazione dell'ospedale San Raffaele di Milano in un'intervista al Corriere non usa giri di parole: "Sul piano del rapporto medico-paziente ci ritroviamo impoveriti. Durante le ondate di Covid sono venuti a mancare i punti di riferimento, la gente era spaventata e non trovava chi potesse prestare ascolto alle sue ansie". Già le ansie figlie anche di una comunicazione da parte del governo giallorosso che non ha portato per nulla tranquillità e serenità nelle case degli italiani. Zangrillo non rinnega nulla, lui che a differenza di altri ha cercato di spiegare in modo chiaro come stavano le cose, senza però allarmare chi in quei mesi combatteva contro il virus. "Farei esattamente tutto da capo. Quando affermai nel maggio del 2021 che la malattia era clinicamente inesistente dicevo il vero. In quella fase lo era. Di solito i medici si riferiscono a ciò che osservano sul campo. Io sul campo osservavo che la malattia non era grave come nei mesi precedenti. Quando c’erano motivi di allarme sono stato però fra i primi a prendere iniziative".

Tra qualche tempo l'Oms potrebbe dichiarare la fine della pandemia. Un passaggio storico che metterebbe la parola fine al punto più buio di questo inizio secolo. E a testimoniare che la luce dal tunnel è a è a portata di mano ci sono le parole di Zangrillo che da tempo ha abbandonato la mascherina in corsia in ospedale: "Da sei mesi non indosso la mascherina, neppure in ospedale. Qualcuno mi guarda male, non mi importa. Nel complesso oggi la mascherina è inutile come tante cose probabilmente inutili — ad esempio l’eccesso di tamponi — fatte in questi anni di delirio".

 

 

Poi torna a mettere le mirino il terrorismo mediatico sulla pandemia che ha accompagnato gli italiani in tutti questi anni: "Un martellamento impietoso e quotidiano di notizie contrastanti che ci ha fatto precipitare nel pessimismo". L'ultima bordata è per i virologi star della tv: "Ad aumentare la confusione c’erano i cosiddetti virologi, come sono stati chiamati tutti quelli che parlavano in televisione. Divido i medici in due categorie. Chi vede i malati e chi va sempre in tv". Nulla da aggiungere. 

 

 

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